Rai 2 trasmette un film in lingua originale: il direttore si scusa su Twitter
Rai 2 fa provare ai telespettatori il brivido di un film in lingua originale.
UPDATE 2 settembre: all’indomani del fuori programma, nuovo Tweet del direttore di Rai 2 che segnala al pubblico la riproposizione del film interrotto ieri. Chapeau per l’ironia.
Il film "Tutti i sospetti sua madre" verrà riproposto stasera su @RaiDue. Sintonizzatevi sulla nostra rete per scoprire in quale lingua…
😉— Andrea Fabiano (@AndreaFabiano) 2 settembre 2018
Telespettatori di Rai 2 disorientati dal film tv della prima serata di sabato 1 settembre, andato in onda in lingua originale. “Tutti i sospetti su mia madre“, thriller americano del 2016 diretto da Doug Campbell, è stato trasmesso infatti in inglese, lasciando di stucco quanti si erano sintonizzati su Rai 2 per un sabato “Nel segno del giallo”.
E in effetti chi ha seguito il film dall’inizio si è trovato in un giallo, ovvero quello del mancato doppiaggio della pellicola. Le segnalazioni sono arrivate rapidamente su Twitter e la rete è corsa ai ripari: dopo una ventina di minuti dall’inizio, il film è stato interrotto e sostituito con “Quel nostro piccolo segreto”, già in palinsesto per domani. Ad annunciarlo, e a scusarsi anche per l’errore a nome della rete, il direttore Andrea Fabiano.
Per un errore, il film previsto stasera su @RaiDue e’ andato in onda in lingua originale. Ora trasmetteremo il film giallo previsto per domani sera. Chiedo scusa a nome di tutta la rete per questo problema.
— Andrea Fabiano (@AndreaFabiano) 1 settembre 2018
Diciamo che tra Parma-Juve su DAZN e Le Rane di Aristofane con Ficarra e Picone su Rai 1 non è che proprio tutti fossero sintonizzati sulla seconda rete Rai. E in fondo non sarebbe poi tanto male se si iniziasse a trasmettere i film in lingua originale con i sottotitoli, oltre che con la colonna di doppiaggio (prima che qualcuno ci accusi di voler distruggere il – non più tanto, come un tempo almeno – florido artigianato del doppiaggio italiano).
Insomma un errore sì clamoroso per gli standard italiani, ma che potrebbe anche essere il primo vagito di un nuovo costume di consumo tv.