Home Notizie Ragion di Stato, il film-tv di Raiuno cerca la via di mezzo tra la spy story in tv e le abitudini da fiction del pubblico generalista

Ragion di Stato, il film-tv di Raiuno cerca la via di mezzo tra la spy story in tv e le abitudini da fiction del pubblico generalista

Ragion di Stato, il film-tv di Raiuno, racconta una vicenda insolta per la televisione italiana, inserendo però elementi tipici da fiction generalista per non spaventare il pubblico

pubblicato 12 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 19:55

Ragion di Stato è lontano e vicino ad Homeland: lontano perchè il film-tv di Raiuno ha dovuto adattare una trama attuale e dal forte potenziale ai gusti del pubblico generalista, vicino perchè alcune scelte nella sceneggiatura non sono poi così originali rispetto a quelle degli autori della serie tv di Showtime, sebbene con le dovute differenze.

La miniserie di Marco Pontecorvo deve riuscire a dimostrare che la fiction italiana può andare oltre le serie in costume e le agiografie, ed al tempo stesso non deve spaventare il pubblico televisivo che vede le spy story solo al cinema. Ecco, dunque, la decisione di alleggerire una trama attuale, moderna, diversa dai soliti racconti che la tv generalista è solita rappresentare.

Il difetto della fiction, però, sta in quella necessità di non potersi sbarazzare dei luoghi comuni della serialità italiana per evitare una probabile fuga di pubblico di fronte ad un racconto più incalzante e con maggiore mordente. Si spiegano così le scene da occhi dolci tra il protagonista, il Capitano Rosso (Luca Argentero), e la moglie del trafficante d’armi Rania (Saadet Aksoy). Scene eccessivamente smielate, che stonano in una spy story che avrebbe potuto essere più cruda e concedersi più scene d’azione.

Il film-tv sceglie così la strada della mediazione, cercando di trovare elementi che possano piacere a chi conosce le spy story e non vuole sbadigliare e chi, invece, complice la presenza del bell’Argentero, spera in una fiction dove il bene possa trionfare senza se e senza ma. La paura di deludere queste aspettative ha portato gli autori a fare un lavoro che non delude, giocando con un genere poco noto alla televisione italiana di oggi senza esagerare.

Con l’aiuto di location azzeccate (il film-tv è stato girato tra l’Italia e la Tunisia), Ragion di Stato riesce a scampare il pericolo della derisione a tutto campo, salvandosi nella parte più seria ma peccando in quella a tinte rosa: in altre parole, in Homeland non avremmo mai visto una storyline del genere, o se ci fosse stata avrebbe assunto toni ben diversi.


Ragion di Stato