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Raffaele Sollecito e la sua verità sul delitto di Perugia, su Crime+Investigation in prima tv

La versione di Sollecito a 12 anni dall’omicidio di Meredith Kercher: la sua relazione con Amanda Knox e un giallo irrisolto che agita ancora Perugia.

pubblicato 28 Aprile 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 20:54

L’omicidio di Meredith Kercher raccontato da Raffaele Sollecito in un doc originale di C+I.

Perugia, 2 novembre 2007: una studentessa inglese di 22 anni, Meredith Kercher, viene trovata sgozzata e chiusa a chiave nella stanza della casa presa in affitto a Via della Pergola per seguire i corsi dell’Università per stranieri. A trovarla il fidanzato di una delle sue coinquiline, Raffaele Sollecito, altro studente, coetaneo, da una settimana compagno fisso dell’americana Amanda Knox, anche lei a Perugia per un periodo di studi all’estero. Sono loro tre dei protagonisti principali di quello che ha dominato le cronache come il delitto di Perugia. A quasi 12 anni dal delitto, e dopo un lungo e complicato processo (con due appelli e due ricorsi in Cassazione) che ha stabilito la sua innocenza, è proprio Raffaele Sollecito a raccontare la sua verità sull’omicidio di Meredith nel doc originale che prende il suo nome e che va in onda questa sera, domenica 28 aprile, alle 22.00 su Crime+Investigation (Sky, 119).

Non è la prima volta che Sollecito offre al pubblico tv la sua verità sui fatti: è stato, infatti, già coinvolto nel doc Netflix dedicato all’allora ragazza, Amanda Knox, realizzato e rilasciato nel 2016 (l’ultima pronuncia della Cassazione, che stabiliva l’innocenza della coppia Sollecito – Knox e sottolineava errori e contraddizioni nella costruzione probatoria del caso arrivò il 27 marzo 2015). L’omicidio Kercher, inoltre, è stato al centro di una (particolare e a suo modo storica) puntata di Storie Maledette, con Franca Leosini che intervistò l’ivoriano Rudy Guede, condannato in via definitiva con rito abbreviato per l’omicidio di Meredith “in concorso con ignoti”. Ignoti che restano tali a quasi 12 anni dall’omicidio.

Il doc di C+I – realizzato da Loft Produzioni (SEIF) in collaborazione con Screept e Briciola Tv per A+E Networks Italia, firmato da Alessandro Garramone e Annalisa Reggi e diretto da Nicola Prosatore – cerca di raccontare la vicena da un punto di vista nuovo, diverso da quello finora arrivato sui media via film tv o ricostruzioni documentarie: per farlo ha coinvolto non solo l’ormai 35enne Sollecito, che racconta i suoi 20 anni segnati dall’omicidio di Meredith, il carcere, il processo e il suo tentativo di rifarsi una vita, ma anche il padre Francesco, medico pugliese sempre al fianco. Non c’è solo la loro versione, però: tra le voci raccolte anche quelle, tra l’altro, dell’avvocato Francesco Maresca, difensore della famiglia di Amanda Kerchner.

“La gente continua a ritenermi colpevole. Sto ancora subendo le conseguenze degli anni passati in carcere da innocente e non capisco perché questo non venga compreso”

dice Raffaele Sollecito. Se la domanda da cui muove il doc è capire se attraverso il racconto di questa storia è possibile raccontare anche qualcos’altro, esterna al caso in sé, è anche vero che la domanda che resta aperta è un’altra: cosa è davvero successo la notte del 1° novembre 2007 nella villetta di Via della Pergola, a Perugia? Il caso resta irrisolto.