Difficile essersi dimenticati in così poco tempo (purtroppo) della prima e unica puntata finora andata in onda di Radio Belva, il talk show pseudo-politico trasmesso in prima serata da Rete 4, lo scorso 9 ottobre, e condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo.
Nonostante il disastro in toto, sia per i risultati d’ascolto infimi ottenuti che per i contenuti aberranti offerti al pubblico (il turpiloquio di Vittorio Sgarbi, interviste di dieci anni fa riciclate senza pudore e la precisione certosina nella scelta degli ospiti al fine di provocare trash-risse) che hanno provocato la pronta dissociazione del direttore di Rete 4, Giuseppe Feyles, che ha abiurato il programma alla velocità della luce, Radio Belva sembrava comunque essere destinato ad un ritorno in onda.
Mauro Crippa, direttore dell’informazione Mediaset, infatti, dopo aver smentito in parte le dichiarazioni di Feyles riguardo la soppressione del programma, affermò che Radio Belva sarebbe tornato “ai box” per tornare in onda in una versione “molto” riveduta e corretta. Si parlò, quindi, di Giovanni Benincasa da affiancare alla coppia Cruciani-Parenzo e di una nuova collocazione in palinsesto (seconda serata su Italia 1) e si vociferò anche del presunto benestare all’operazione di Silvio Berlusconi che non avrebbe gradito la decisione di cancellare la trasmissione, un rumor, questo, mai confermato.
Gli spettatori desiderosi di vedere la nuova versione di questo Cronache Marziane in salsa politica, però, potrebbero restare delusi. Stando a quanto pubblicato da La Notizia, infatti, Radio Belva potrebbe restare fuori dai palinsesti 2014 perché dai vertici Mediaset non sarebbe ancora giunta l’approvazione per il ritorno in onda.
Allo stato attuale della cose, non è escluso che il programma venga definitivamente soppresso anche perché i 670.000 spettatori, pari ad uno share del 2.79%, in fin dei conti restano sempre un macigno difficile da scrollarsi di dosso e la depurazione annunciata dei contenuti, non solo, potrebbe rivelarsi non sufficiente ma addirittura contro-producente considerando che quel minimo di attenzione che Radio Belva è riuscita ad attirare su di sé è stata merito soltanto delle follie verbali di Sgarbi.
Il resto fu il nulla più evanescente.
Vale davvero la pena puntare ancora sul nulla?
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