Michele Dalai contro Radio 2 per Ettore, che resta in palinsesto
Dopo il caso Sabelli Fioretti, Radio Rai torna agli onori delle cronache per la nuova stagione di Ettore – Ritratti a mano libera di Michele Dalai.
UPDATE: Radio 2 fa sapere che non c’è nessuna intenzione di cancellare Ettore, che resta in palinsesto anche per la prossima stagione. Le prime due puntate saranno repliche rieditate, in attesa che la questione possa rientrare. Fonti vicine alla direzione, inoltre, riportano del dispiacere del Direttore Marchesini per quanto accaduto, e letto, via Facebook. Stando ad alcuni rumors, peraltro, al momento della pubblicazione del post erano ancora in corso trattative in merito al trasferimento a Roma del programma.
Inutile aggiungere che la speranza, da radioascoltatrice, è che si trovi una soluzione che soddisfi tutti e permetta la realizzazione di nuove puntate con Dalai. Insomma, il più classico dei lieto fine.
Radio 2 cancella Ettore, Michele Dalai: “Costretto a rifiutare per dignità e decenza”
Ettore non riparte.
A dieci giorni dalla prima puntata della nuova stagione arriva la notizia che il programma è stato cancellato dal palinsesto di Radio2.
Inizia così il lungo post/sfogo pubblicato su Facebook da Michele Dalai, ideatore, autore e conduttore di Ettore – Ritratti a mano libera, programma di racconto in onda per tre stagioni nel preserale/access del fine settimana. Un programma che ha voluto essere – come si legge nella sua presentazione – “un’esplorazione del mondo che ci sta intorno, senza prenderci troppo sul serio, ma con un taglio sempre all’insegna della narrazione e del divertimento”, con un protagonista, Ettore appunto, che in fondo rappresenta tutti noi, con vizi, virtù e vita quotidiana.
Narrazione, dunque, ed è proprio il racconto di questa cancellazione a colpire, considerata anche la precisione e la chiarezza con cui Dalai affida a FB il suo resoconto:
“[…] la scelta di non andare più in onda è del sottoscritto, messo in condizione di rifiutare per una questione elementare di dignità e decenza. L’offerta della direzione (chiamiamola offerta), era davvero poco allettante: registrare a Roma (siamo andati in onda da Milano per 3 anni, siamo tutti e 3 milanesi, a Milano c’è una sede Rai efficiente e in piena attività), senza alcun rimborso per le spese di viaggio ma soprattutto senza il regista/autore che con me ha costruito, creato e amato Ettore fin dal primo momento.
Nessuna spiegazione, nessuna chiamata, solo la mediazione dei responsabili milanesi del programma, affranti.”
A differenza di quanto successo a Sabelli Fioretti, già ‘cancellato’ dai palinsesti alla presentazione di giugno, per Ettore, invece, si prospettava una ripresa a settembre.
“Ettore era stato confermato a fine giugno, a luglio e a metà agosto, quando abbiamo ricominciato a lavorare per andare in onda, a studiare personaggi e storie. Poi l’incomprensibile ma purtroppo non inatteso assalto alla diligenza, quando persone che su questa stagione, su questa serie avevano fatto affidamento si sono ritrovate improvvisamente senza una fonte di reddito certa, senza un lavoro. Perché la radio non è un hobby, in radio si lavora, seriamente.
Le prime due puntate sarebbero state dedicate ad Aretha Franklin e Gino Bartali, il 15 e 16 di settembre. Non ci saranno.”
Dalai coglie, quindi, l’occasione per tirare un po’ di somme sulla gestione di Radio 2:
“In una radio che in tre anni ha perso 800000 ascoltatori e che elargisce generosamente quote SIAE a chi legge senza passione le colonnine di destra dei quotidiani online, abbiamo provato a onorare il concetto di Servizio Pubblico, abbiamo raccontato la Rai degli anni meravigliosi in cui qualità e successo non erano un miraggio, abbiamo raccontato la Rai di Alberto Manzi, quella che insegnava l’italiano agli italiani. Ettore finisce così, a dieci giorni dalla prima puntata, senza preavviso ma con una prassi consolidata, quella di una struttura che non mantiene le promesse e toglie ai poveri per dare ai ricchi. Ogni anno a pochi giorni dall’inizio della stagione (siamo sempre andati in onda senza firmare contratti, che in genere arrivano dopo un mese di lavoro), abbiamo subito piccoli tagli, cambi di orario, richieste astruse (come le dirette per un programma di racconto che va montato e arricchito di contributi audio). Abbiamo sempre accettato, per amore di Ettore, per amore degli ascoltatori di Ettore.”
La misura era evidentemente colma:
“Questa volta no, ci sono limiti imposti da dignità, decenza e razionalità.
Ma soprattutto c’è la lealtà, quella di un piccolo gruppo di lavoro che non accetta di essere smembrato così, senza ragione (se non una presunta riorganizzazione tecnica), ma soprattutto senza rispetto.
Smontare Ettore per questioni organizzative di una Radio come Radio2 è come curare un bruciore allo stomaco con un’atomica.
Non ha senso.
Così come non ha senso la questione degli ascolti, che comunque erano buoni: il weekend è terra di nessuno, nessuno valuta quei numeri, a nessuno interessano”.
Quindi i ringraziamenti, a chi ci ha creduto e a chi non l’ha fatto:
“[…] Grazie anche a chi ha deciso che Ettore non deve più andare in onda, grazie di avermi deluso, disilluso, fiaccato e danneggiato anno dopo anno, una promessa non mantenuta dopo l’altra. Ci sarebbero molte cose da dire, del buon sarcasmo da usare, tanti episodi grotteschi da raccontare ma non serve.
Parlano i risultati, il lento inabissarsi di una nave che un tempo fu gloriosa.
Quasi un milione di ascoltatori persi, un lavoro notevole”.
Dalai non fa nomi e non è chiaro verso chi siano rivolte le sue accuse: di fatto Radio 2 è diretta dal 2014 da Paola Marchesini, mentre la direzione della Radiofonia Rai è affidata a Roberto Sergio; da febbraio 2018, inoltre Radio 2 ha affidato un contratto per consulenza di Direzione alla società Astorri.
Vedremo chi, e se, qualcuno risponderà al lungo e deciso sfogo di Dalai.