Paolo Del Debbio: “I talk in crisi? I conduttori di sinistra a dieta senza Berlusconi! Io sono cresciuto al 5%”
Quinta colonna è cresciuto negli ascolti rispetto all’autunno 2013: Paolo Del Debbio se ne vanta in un’intervista al Giornale
E’ un Paolo Del Debbio tronfio, quello celebrato “in casa” sulle pagine del Giornale. Gli va dato atto che, nell’autunno orribile dei talk show, Quinta colonna sta andando in controtendenza: ha incrementato lo share medio dell’0,5 per cento nelle prime tre puntate (dal 4,4 dello scorso anno al 4,9). Ma, ovviamente, Del Debbio ha una spiegazione tutta sua sulla crisi dei talk show, che colpisce soprattutto Michele Santoro e i talk storicamente di sinistra:
“Per i nemici di Berlusconi la ricreazione è finita. Oltre ad aver inventato la tv commerciale, Berlusconi ha fatto un’altra cosa fondamentale per la televisione italiana. E’ diventato lui stesso un’enorme mangiatoia alla quale si sono nutriti tutti, da sinistra per attaccarlo, da destra per difenderlo. Ci hanno mangiato di più i conduttori di sinistra, che sono la maggioranza. Il Cavaliere era un comunicatore talmente forte che ad andargli contro si guadagnava visibilità facile. Senza Berlusconi in prima linea molti hanno dovuto mettersi a dieta”.
Ma quindi Del Debbio ha ammesso una buona volta di essere un conduttore di destra? E, soprattutto, il qualcuno a cui si riferisce sarà Michele Santoro, che ha filosofeggiato sulla crisi dei talk proprio alla vigilia del debutto (flop) di Servizio pubblico? Del Debbio ci gira intorno…
“Santoro è una maestro della tv. Se si mette a pensarci un po’: è cambiato il mondo, può cambiare anche Santoro. C’è una prateria davanti. Ora se la veda con Cairo. Quando andava in piazza lui scomodava la tragedia greca, ora è solo cabaret. Di fronte a Dio, mi accontento dell’avanspettacolo. Però consiglio a Santoro di leggere La nascita della tragedia di Nietzsche. Ho rispetto di tutti i colleghi, ma quando dettano le tavole della legge dei palinsesti come fossero sul Sinai resto perplesso. Certi messianismi non mi convincono. Stiamo facendo televisione, mica tentando di sconfiggere il cancro”.
Quindi per Del Debbio non c’è un problema di saturazione dell’offerta:
“E’ come per i negozi di frutta e verdura in città. Lo decidono i consumatori se sono troppi. Modestamente il mio negoziato funziona. Si vede che c’è una clientela che apprezza i miei prodotti. Se andassi al 3 per cento mi chiuderebbe all’istante. Come i negozi di cui vediamo le saracinesche abbassate. Non si può fare della lotta dell’audience un dogma, come fosse la lotta di classe. Lo dico anche ai giornalisti. Prima scrivevano che ero berlusconiano, poi grillino, ora rendiamo. A me interessa quello che dice il pubblico e mi tengo stretto il mio 5 per cento”.
La differenza, insomma, la fa l’approfondimento alserviziodellaggente:
“In un paese dove ci sono 10 milioni di persone vicine alla soglia della povertà, altro che se c’è spazio per il talk politico. Se invece è un’operazione onanistica, tutta interna al Palazzo, allora è facile che muoia. Bisogna andare fuori e tornare per la strade…”.
Del Debbio, a questo giro, non ha mica tutti i torti…