Quibi, la nuova piattaforma per vedere contenuti sullo smartphone: episodi di soli 10 minuti
Jeffrey Katzenberg e Meg Whitman stanno lavorando a Quibi, nuova piattaforma rivolta a chi è spesso fuori casa, usa tanto lo smartphone ed ha poco tempo, e proporrà loro contenuti i cui episodi non dureranno più di dieci minuti
Tutti i giorni, quando usciamo o siamo in coda o in viaggio, abbiamo un televisore con noi: l’utilizzo degli smartphone fa ormai parte della nostra quotidianità, e da questa premessa parte la nuova avventura di Jeffrey Katzenberg, co-fondatore della Dreamworks, e di Meg Whitman, co-fondatrice di E-Bay. Si chiama Quibi, e sarà una nuova piattaforma di streaming che potrebbe, almeno secondo i due ideatori, rivoluzionare il modo di fruire contenuti online.
Cosa c’è di nuovo rispetto a Youtube, Netflix e Prime Video? Quibi punta a proporre serie tv i cui episodi non saranno più lunghi di dieci minuti. Da qui, il nome Quibi, abbreviazione di “Quick Bites” (“Piccoli morsi”), per quello che sembra un grande azzardo sotto vari aspetti ma che, in realtà, sta già attirando l’attenzione di case di produzione come Disney, Fox, Sony e Warner Media e stringendo accordi con registi del calibro di Steven Spielberg -che dovrebbe realizzare una serie visibile solo di notte-, Guillermo Del Toro, Antoine Fuqua, Jason Blum e Ben Stiller.
Quibi sarà, insomma, “una piattaforma completamente nuova, che offre contenuti della dimensione di un boccone e disegnato apposta per i telefoni mobili”, ha detto la Whitman a Lorenzo Soria per La Stampa. La piattaforma è ancora alle fase di studio: si deve capire come risolvere alcuni problemi, legati ad esempio al fatto che lo schermo di un cellulare in certe situazioni lo si vede orizzontalmente ed in altre verticalmente o al cambio di luce.
Sebbene già le piattaforme di streaming offrano una quantità di contenuti da far paura, l’idea di Quibi sta, piuttosto, sul target: “Abbiamo in mente quelli che guardano i video in movimento”, ha aggiunto Katzenberg, “che escono di casa la mattina con un televisore nelle loro tasche e tra un impegno e l’altro hanno 5 o 10 minuti. (…) Una serie potrà anche avere la durata di due o tre ore, ma sarà data in capitoli di meno di 10 minuti”.
La forza con cui si presenterà Quibi, il cui debutto è previsto nella primavera del 2020 in America e Canada, per poi espandersi in Europa e Cina, sarà quindi proprio questo: trasformare gli episodi in pillole, andando contro quella tendenza lanciata invece dalle reti via cavo prima e da Netflix poi di allungare la durata degli episodi sfruttando l’assenza di pubblicità.
Ovviamente, però, tutto dovrà tenere conto della qualità narrativa dei prodotti, che dovranno essere capaci di tenere alta l’attenzione degli spettatori per molti più episodi e, soprattutto, chiudere ciascuno di essi in così poco tempo e restando in grado di invogliare il pubblico a vedere quello successivo. I piccoli bocconi possono essere comodi, ma indigesti.