Quelli dell’intervallo, sitcom diseducativa
In questi giorni di calma piatta della tv generalista, non si può far altro che recuperare quelle novità satellitari di cui si è rimasti all’oscuro. E in certi casi verrebbe da dire “per fortuna”… Perdonatemi l’espressione da Moige, ma trovo la sitcom Quelli dell’intervallo in onda su Disney Channel altamente diseducativa. La cornice artigianale-dilettantesca, che
In questi giorni di calma piatta della tv generalista, non si può far altro che recuperare quelle novità satellitari di cui si è rimasti all’oscuro.
E in certi casi verrebbe da dire “per fortuna”…
Perdonatemi l’espressione da Moige, ma trovo la sitcom Quelli dell’intervallo in onda su Disney Channel altamente diseducativa.
La cornice artigianale-dilettantesca, che vede aperto il casting a qualsiasi bambino normale (se ancora ce ne fossero) senza guizzi da talento prodigio, fa sì che i meccanismi ricalchino perfettamente quelli di un teen reality, in cui viene reclutato chi fa più smorfie di tutti.
Se a questo ci aggiungete una sceneggiatura che procede per stereotipi e pregiudizi, il clone Pupa e Secchione in formato seriale è servito. C’è la strafiga che se la tira, il bulletto che sfrutta il suo ascendente per imporsi nel gruppo, l’imbranatello che cerca a sua volta l’approvazione del capobranco, il ciccione etichettato come cacciatore di merendine e, dulcis in fundo, la secchia (si chiama proprio così) perennemente sottomessa al dileggio collettivo.
Finchè queste cose accadono in un comedy show passi, ma che le si faccia passare per un surrogato di realtà mettendo come sfondo i banchi di scuola, diventa decisamente più grave…
Sinceramente, certe dinamiche interpersonali evidenziate da questa serie per ragazzi non si distanziano molto, ad una visione distaccata, da quegli episodi di bullismo-cameratismo che imperversano nelle nostre scuole.
E molto spesso non basta che in classe ci sia un down per segnalare il problema, visto che anche i cervelloni o gli adolescenti con qualche chilo di troppo, di certi sfottò, ci soffrono sul serio…