Quelli che il calcio, Ubaldo Pantani a Tvblog: “Sarò il contraltare di Nicola Savino. Saggia la scelta di non sostituire Virginia Raffaele con una comica”
Tutte le anticipazioni di Ubaldo Pantani e il proprio coinvolgimento nella nuova Quelli che il calcio di Nicola Savino
A margine della conferenza stampa di presentazione di Quelli che il calcio, abbiamo incontrato Ubaldo Pantani che ha svelato, in anteprima, l’inedito ruolo all’interno della nuova squadra guidata da Nicola Savino.
Ciao Ubaldo. Puoi raccontarci, in maniera dettagliata, come cambia il tuo coinvolgimento in trasmissione rispetto all’anno scorso?
Nella prima parte, Quelli che aspettano che si prolunga fino all’inizio delle partite, farò uno stand-up in diretta o in studio, a seconda della natura del personaggio da imitare. Mi alternerò in varie imitazione a seconda degli eventi tra nuovi o, come nel caso della prima puntata, in cui farò debuttare Del Debbio all’interno del suo programma, Quelli che in colonna, una crasi delle due trasmissioni, all’insegna della televisione delle larghe intese. Dopo il cartello, Quello che il calcio, avrò una postazione che richiama molto la tribuna stampa di uno stadio. La scenografia ricorda molto quel tipo di ambiente. Da quella postazione, sarò il contraltare di Nicola, una sorta di co-conduzione seduta. Avrò una rubrica dedicata al calcio amatoriale e aggiornerò assieme all’ospite la sua pagina di Wikipedia, facendoci regalare in diretta una curiosità che lo riguarda e riscrivendola in tempo reale.
Come è nato questo inedito ruolo da spalla di Nicola Savino?
E’ nato dopo anni di militanza esclusiva come comico e imitatore. Dopo tante imitazioni, ho avvertito la difficoltà a connotarmi una tua personalità precisa e autonoma. Sento l’esigenza di non dipendere esclusivamente dai personaggi e essere obbligato a filtrare il tuo pensiero declinandolo attraverso loro. Delle volte, ho voglia anzi di esprimerti con la tua personalità. Prendi nuova linfa, diversi stimoli per continuare a fare le imitazioni.
Quindi, mi stai dicendo che il ruolo quasi esclusivo di imitatore, in realtà, ti è stato un po’ stretto ultimamente?
L’ho fatto volentieri. Però, le strade sono due: o decidi di fare solo ed esclusivamente le imitazioni ma può essere molto pericolo perché ti spersonalizzi in senso psicologico e darti una leggera instabilità. O devi comunque tirar fuori, in qualche modo, la tua personalità.
Secondo questo scenario di promozione continua, il prossimo passo è la conduzione canonica?
No, non credo. Mi piace molto il mio lavoro. Adoro fare l’attore comico, la mia più grande passione è il cinema. Credo sia più facile preservarsi attraverso un ruolo di imitatore, comico o qualsiasi altro personaggio di fantasia che improvvisarsi conduttori perché altrimenti fai un percorso che ti può portare da altre parti più rischiose. Non metto limiti alla Provvidenza però vorrei custodire la mia natura attoriale.
Quanto sentirai la mancanza di Virginia Raffaele?
E’ una collega che amo moltissimo. Ed è la persona che stimo di più e viceversa. Il mio giudizio è anche un pò di parte. Quando ho lavorato assieme a lei, mi son sempre divertito. E’ una compagna e collega di lavoro fantastica. Ha fatto altre scelte, e le faccio un grossissimo in bocca al lupo. Mi sembra saggia la decisione del cast autorale di non sostituirla con un’altra comica/imitratrice ma con altri comici che, coralmente, la rimpiazzeranno con altri pezzi. E’ una decisione giusta che magari nel breve periodo soffrirà il confronto. Alcuni personaggi di fantasia o gag hanno un effetto non immediato mentre l’imitazione, se la si coglie nel segno, ha un impatto fulminante. Avranno bisogno di tempo questi nuovi sketch per uscire fuori.
Ci sono state reazioni negative di chi hai imitato?
Tutti sono lusingati dall’imitazione. Basta non superare il limite. La satira non deve diventare invettiva. Sono certo che anche Del Debbio si farà anche lui una risata. Ho voluto fare sempre personaggi verosimili. Giocare sulle verosomiglianze vuol dire anche non oltrepassare i limiti che la satira in tv ti impone.
Ed, invece, la reazione del pubblico quando ti riconosce in abiti “civili”?
Nel corso degli anni, mi riconoscono sempre di più. Per esempio, il naso che non passa inosservato e alcuni particolari nonstante i trucchi o il tentativo di camuffare la voce. Non ho mai patito il fatto di non essere riconosciuto per strada. E’ bello poter fare il mestiere che ami e condurre una vita normalissima nonostante la popolarità. Tutto ciò ti permette di avere sicuramente un punto di vista privilegiato.