Home Quelli che il calcio Quelli che il calcio, Nicola Savino a Tvblog: “Per condurre questo programma ci vuole una bella tenuta fisica. Devo tutto a Simona Ventura”

Quelli che il calcio, Nicola Savino a Tvblog: “Per condurre questo programma ci vuole una bella tenuta fisica. Devo tutto a Simona Ventura”

Nicola Savino si racconta alla vigilia del debutto come conduttore di Quelli che il calcio

pubblicato 13 Settembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 14:30

Breve chiacchierata con Nicola Savino in vista della nuova stagione di Quelli che il calcio tra scaramzie, ansie e la voglia di divertirsi assieme al pubblico della domenica pomeriggio.

Ciao Nicola. Hai collaborato direttamente alla creazione del programma. Come hai immaginato il racconto del calcio spalmato in quattro ore di diretta?

E’ la prima trasmissione che scrivo dopo Scorie. Ho fatto qualcosina durante la prima edizione di Colorado. Devo dire che mi somigliava davvero poco. Sono tornato a scrivere stando tutti i giorni in redazione, facendo la guardia al bidone come una volta. Qui c’è molto di mio. Quelli che il calcio è il gruppo d’ascolto di persone che guardano e commentano il calcio. E’ diventato molto più difficile farlo adesso perché non ci sono le immagini e le partite. Per esempio, nella nostra prima puntata, forse, questo ci può avvantaggiare perché ha talmente poco appeal la domenica pomeriggio che quasi è più divertente guardare noi che le partite. Soffri molto quando c’è un derby. La prossima settimana ci sarà Roma – Lazio. Lì dovremo fare un gran lavoro. Credo di sapere quanto pesa un goal preso dall’Inter o una doppietta di un top player milionario. E’ una notizia. Ho gli strumenti per poterlo sottolineare. Non devo invadare la telespettatrice, chiamiamo le cose col loro vero nome, di nozioni calcistiche respingenti.

Savino, l’uomo delle scommesse. Hai condotto L’Isola dei famosi e Un minuto per vincere con buoni riscontri di critica e ascolti. Con quale spirito ti approcci, questa volta, a Quelli che il calcio?

Con lo spirito di sempre. Mi son sempre annoiato di professarmi umile. Ragazzi, non mi vedete con le starlette sui giornali o faccio proclami di vario genere. Io lavoro e mi sento molto simile a molti miei colleghi considerati risorse interne Rai e che stimo profondamente. Tutto questo mi responsabilizza perché mi obbliga ad uscire da questa seconda linea da cui mi autorelego in qualche maniera. Ogni tanto ripenso a L’Isola dei Famosi e dico: “Ho fatto L’Isola dei famosi e quindi posso fare anche questo. Non me lo bevo come un bicchiere d’acqua” Non è difficile partire ma è complicato quando sarai a metà febbraio… Questo programma è lungo. Ci vuole anche una bella tenuta fisica.

Come si è evoluta la vicenda di Virginia Raffaele? Nelle tue interviste di giugno, la davi per confermata e poi, tra qualche giorno, la ritroveremo accanto a Michelle Hunziker a Striscia La Notizia

Tra noi c’è stata la cordialità più assoluta. Ti faccio un esempio un po’ off topic per il tuo blog. Sono andato ai 40 anni di Zanetti e c’era Antonio Cassano che ora gioca al Parma. Questo non vuol dire che non sono più amici. Virginia è ancora una nostra amica. Spero che, chissà mai, non dovrei essere io a dirlo. Mi piacerebbe un domani fare un programma assieme a lei.

Erediti idealmente il programma da Simona Ventura poiché sei stato spesso inviato nelle sue edizioni. Ti ha chiamato già per farti il suo speciale in bocca al lupo?

Mi ha mandato un sms scrivendo: “Sei la persona più adatta a condurre questo programma”. Ed io sono molto contento, quasi commosso. A Simona, posso dire che televisivamente parlando, devo tutto. Sono stato un suo autore. Ed è stata lei a lanciarmi in video. Ha avuto ancora una volta fiuto. Non c’è che dire. Mi somiglia un po’ per leggerezza, divertirsi.

Dovrai vedertela con l’asse Giletti – Venier (L’ArenaDomenica In) e Barbara D’Urso (Domenica Live). Non temi di rimanere schiacciato tra questi due colossi della domenica? Hai l’ansia degli ascolti?

Non ho grosse ansie d’ascolto. Ce l’ho la mattina dopo alle ore 10. Una volta che si fa questo lavoro si deve fare i conti con l’Auditel. Questo programma è molto diverso dagli altri che mi hai citato. Personalmente preferivo Quelli che il calcio, in questi ultimi due anni, non alle altre trasmissioni concorrenti, ma alle partite o alle tv private che raccontano il pallone. Ti ricordo che la voce ‘Altre tv’ la domenica pomeriggio fa il 45%.

Non temi che il Savino della radio, di Un minuto per Vincere e Quelli che il calcio rischi di stufare i telespettatori pagando l’effetto boomerang della sovraesposizione?

Sì, lo temo (ride, ndb). La ricetta è presto detta: Un minuto per vincere durerà sette puntate, un mozzico come si dice a Roma. Tra fine ottobre e la prima settimana di novembre terminerà. La decisione di fare Un minuto per vincere in autunno è stata presa prima che maturasse la mia candidatura per Quelli che il calcio. Sono felicissimo di poterli fare tutti e due. Ma devo dirti che è capitato ed ora non sto nella pelle.

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