Quelli che il calcio, le parodie “salvano” il programma dall’infinità di contenuti sterili
La puntata di oggi, 1° marzo 2015.
Quelli che il calcio si è confermato anche quest’oggi, nonostante l’inutilità assoluta di un’ulteriore comprova, un programma creato da “impiegati” dell’intrattenimento e realizzato per un pubblico quasi passivo.
E’ davvero difficile affezionarsi alla creatura di cui Nicola Savino si occupa da settembre 2013. I contenuti del suo Quelli che il calcio si sono rivelati per l’ennesima volta sterili, non sempre divertenti e degni, più che altro, dell’appellativo poco decoroso di “riempitivo”.
Quelli che il calcio sembra un unico grande riempitivo, dove alla fine soltanto le parodie “salvano” (e utilizziamo le virgolette perché anche la comicità metatelevisiva di Quelli che il calcio, nonostante sia il genere di umorismo più semplice da mettere in atto, non è certo tra le più spassose viste sul piccolo schermo) l’intera trasmissione che viene riempita a forza con servizi vacui, intervista-marchette che non ti lasciano nulla e, nel caso di oggi, il ritorno del giochino che omaggia The Voice che ha allungato il brodo fino al termine delle partite.
Oggi, tra una parodia di Breaking Bad, trasformato in Breaking Bacon con Nuzzo e Di Biase che cucinano e spacciano cibi ultracalorici, una di C’è posta per te e le imitazioni di Federico Buffa e Federica Sciarelli, Nicola Savino ha provato a stupire il pubblico con il funzionamento in diretta di un drone, commisurandolo immediatamente con il fascino immortale di una mongolfiera, “grazie” al collegamento apposito con Angela Rafanelli. Impalpabilità ai massimi livelli.
Per non parlare, poi, del collegamento con Alessandro Di Sarno in diretta nientepopodimeno che da una Spa per cani, fortemente criticati da Savino prima del collegamento e poi praticamente pubblicizzati.
Concentrandoci proprio su Savino, il conduttore si scapicolla da un contenuto all’altro, trasmettendoti l’ansia che avverte nel portare a termine i suoi vari compiti. Con la sua freddezza e la sua meccanicità, il primo a mostrarsi disinteressato ai contenuti che il programma offre sembra essere proprio lui.
Quelli che il calcio non riesce a riempire dignitosamente tre ore di trasmissione e questo è un dato di fatto.
Personalmente, trovo che non sia un peccato domandarsi se questo programma abbia ancora un senso nella tv di oggi.