Quelli che il calcio, Claudio Lippi contro uno scherzo di Savino: “Se lo facevi a Linus non lavoravi più. Beldì, ti rimando la Cabello”
Claudio Lippi era Tale e quale a Moscardelli, ospite di Nicola Savino a Quelli che il calcio domenica 8 dicembre 2013
Claudio Lippi è ormai un vero veterano… delle ospitate. Il presentatore più tappabucbhi della tv si è messo in gioco anche oggi a Quelli che il calcio, lanciandosi innanzitutto in un’imitazione irresistibile. Munito di barba posticcia e parrucchino, era Tale e quale a Davide Moscardelli, il calciatore del Bologna che era ospite di Savino proprio oggi.
Lo sportivo più social del momento ha incontrato il suo clone Lippi, che però non si sentiva troppo a suo agio:
“E’ imbarazzante la mia trasformazione. Non avete la sensazione di un ritorno di Pavarotti, piuttosto?”.
Poi abbiamo visto la Lip Parade, ovvero 5 vecchie esibizioni in bianco e nero di quando Lippi o faceva il cantante, dal Lippiacione (ovvero il giovane crooner che cantava soffocato dal colletto inamidato) a Lippi con L’Orso Gelsomino, da Lippi l’Ammazzamauro, che dava lezione di casquet all’ex Signorina Silvani a Claudio Lippi in versione Hippie, che metteva in fuga i suoi ballerini.
Dulcis in fundo, primo in classifica “La Bionda, Lippi, La Tromba”, con tanto di specificazione di Savino (“sono da intendere tutti come sostantivi”): era la pubblicità di una birra piena di doppi sensi a cui si prestò Lippi. Ecco la reazione di quest’ultimo:
“Quando si ha molto passato… rischi anche la commozione in questi casi”.
Infine, Lippi è stato vittima semiseria di un agguato a casa sua. Alessandro Di Sarno si sarebbe introdotto a sua insaputa nel suo appartamento, denunciandone l’ordine maniacale e la collezione più improbabile del conduttore: quella di elefantini.
Con il suo consueto stile surreale, ma anche più irritato del solito, Lippi ha così commentato la sgradita irruzione domestica:
“Se la tv è tutta finzione, io sono seriamente preoccupato. Non conosco Di Sarno. Non c’è nessuno a casa mia. Già mi hanno fatto 20 furti. Ho speso una barca di soldi per la serratura. Io ero venuto qui a farmi i baffi di Moscardini, ma ora voglio l’avvocato. Beldì, questa la paghi. Ti rimando la Cabello, così impari. Di Sarno, mi aspetti lì con i due della troupe e vengo io con una pattuglina di amici. Adesso quella chiave, lo dica, dove l’ha presa? Vuol dire che la Rai ha non solo gli abbonati in prima fila, ma anche i ladri in prima fila. Nicola, fallo a Linus ‘sto scherzo. Vende la radio, pur di non farti lavorare più”.
Non sarà che, tra un nonsense e l’altro, il conduttore si sia tolto qualche altro sassolino? Ecco che ha continuato a manifestare insofferenza:
“50 anni di lavoro. Ho stracciato un contratto perché non mi piaceva la volgarità. Sto rischiando tanto per le parolacce che vorrei dire. Uno pensa alla fiction della televisione. Io mi sto cag… sotto. Ho ansia”.
Il tutto mentre Malgioglio gli chiedeva:
“Claudio, ma tu lo sai se Dudù è gay?”.
Immaginate solo la sua faccia.