Quelli che gli anni Novanta, Cifola e Lucia Ocone fissate con Non è la Rai, Savino con Mai dire Premiata Teleditta
Il RadioTraffico è la trovata comica più divertente di questo Quelli che il calcio. Lucia Ocone sottotono con Veronika Web
C’è un nuovo morbo a Quelli che il calcio, una malattia che a quanto pare continua a mietere portatori sani: Non è la Rai. Sono passati vent’anni dalla chiusura di un programma cult della tv italiana: i quarantenni della tv di oggi sono quelli che ai tempi avevano vent’anni e, quindi, con Non è la Rai ci sono cresciuti.
Insomma, le lolite di Boncompagni fanno ufficialmente parte della “formazione” televisiva delle nuove generazioni. Non è, quindi, un caso che il taglio dato da Nicola Savino al suo Quelli che il calcio, quest’anno, sia ossessionato dalle eterne ragazze del playback.
Prendiamo la nuova Milena Gabanelli imitata da Lucia Ocone (solo il sottoscritto trova il suo ritorno all’ovile molto scontato e persino VeronikaWeb, pur migliorato in diretta, ripetitivo?). La Ocone una ragazza di Non è la Rai lo è stata, quindi chi meglio di lei può riesumarne i leit motiv? Peccato che una Gabanelli che balla T’appartengo col chiodo sia uno dei nonsense più improbabili della comicità meta-televisiva.
Ma l’Ocone non è stata la sola a riesumare Non è la Rai in chiave parodistica. Un altro talento lanciato dalla Gialappa’s, Federica Cifola (la sua socia Paola Minaccioni ha avuto più fortuna al cinema), è stato arruolato sul 2 con la trovata più riuscita, sinora, di Quelli che il calcio: il RadioTraffico. Impersona, infatti, una showgirl caduta in disgrazia che si ritrova a dare controvoglia informazioni sulla viabilità, sperando nel grande rilancio della generalista.
Il RadioTraffico condotto in maniera scazzata è la migliore metafora della crisi che ha colpito tutti, anche il velinume affetto da dramma di ricollocamento. Ma, pure in questo caso, c’è l’auricolare che aleggia, perché la Vincenza della Cifola, che corteggia Savino pur di ritornare in tv, si dichiara un’ex ragazza di Non è la Rai. E lo dimostra alla prima occasione, ballando stacchetti improbabili come Please don’t go proprio alla maniera di Pamela & co.
E’ il pubblico nostalgico degli anni Novanta quello a cui parla il domenicale di Nicola Savino? In fondo, se c’è una cosa che il conduttore dimostra, è di aver visto tanta tv pop nella sua carriera da autore. Per questo il suo Quelli che il calcio è vintage puro, a metà tra il modello aspirazionale, ma ineguagliato, di Mai dire Gol (già seguito da Simona Ventura) e la satira sui varietà della Premiata Ditta. A inseguirla ossessivamente sono, soprattutto, Nuzzo e Di Biase che, se strappano un sorriso con Quelli che il talent o i coniugi di Chi l’ha visto, danno sempre, in compenso, di già visto.
Lascia con l’amaro in bocca anche la caricatura facilona dell’ultima ora, come Male e Quale Show – che praticamente è la versione low cost – per stessa ammissione di Savino – del talent di Carlo Conti. L’effetto è analogo alla parodia di The Voice dell’anno scorso: si fa del facile umorismo telefonato su un marchio dell’azienda. Vogliamo parlare, invece, di quanto era irresistibile il primissimo Sempione express targato Cabello?
Magari potremmo suggerire a Savino delle idee per le prossime eventuali parodie di Ballando con le stelle o La prova del cuoco: sicuramente ci verranno delle idee più originali rispetto a quelle dei suoi autori (Fuori i nomi!).