Quelle Brave Ragazze, Laurito valore aggiunto. Ma il format conferma la sua debolezza
Quelle Brave Ragazze dà il benvenuto a Marisa Laurito, che si rivela più imprevedibile della Berti. Resta il limite di un reality con scarsa tenuta narrativa
Dimmi che sei impegnata al Grande Fratello Vip senza dirmi che sei impegnata al Grande Fratello Vip. Orietta Berti saluta la banda di Quelle Brave Ragazze con un mini-cameo nei primissimi minuti dell’avvio della seconda stagione: “Ciao, che bello rivedervi”, esclama la cantante, rispondendo alla chiamata di Mara Maionchi e Sandra Milo, che la avvisano: “Noi siamo pronte per partire per una nuova avventura”.
La Berti però risponde picche: “Io non posso partire, ho troppi impegni, sto girando come una trottola. Mi dispiace moltissimo”. Plateale lo sconforto delle due: “Nooo, oh….ma dai. Che dispiacere”. Come se al momento del ciak lo show di Canale5 non fosse già in onda.
Una pessima recita che non rende giustizia ad un primo episodio a sorpresa leggero e gradevole. L’innesto di Marisa Laurito sembra infatti funzionare, grazie a quel tocco di imprevedibilità che la Berti ormai garantiva a fatica. Colpa di una sovraesposizione eccessiva che negli ultimi cinque anni ha portato ad una reiterazione di siparietti figli di un’altrettanta overdose di apparizioni: Ora o mai più, Celebrity Masterchef, Che tempo che fa, Il Cantante Mascherato, Indovina la canzone, The Voice Senior, fino ad arrivare al Festival di Sanremo e al progetto musicale con Fedez e Achille Lauro.
Difficile spremere ulteriormente il limone, al contrario di una Laurito inedita, assai nota al pubblico, ma al contempo meno esposta e munita di angoli inesplorati, ancora fuori dai riflettori.
“Ho portato con me solo orecchini finti, perché a casa mi hanno rubato tutti i gioielli”, rivela a colazione. Tra gli oggetti spariti pure i premi vinti: “Mi hanno portato via anche il Telegatto, che sembra d’oro. Questi non capiscono niente!”.
Ironia, battute e un inserimento nel gruppo totalmente indolore. Va tuttavia rilevato come risulti difficile accapigliarsi in un reality che non prevede alcun sacrificio. D’altronde, il limite di Quelle Brave Ragazze rimane la scarsa tenuta narrativa. Nessuna necessità di procurarsi cibo e alloggio, spostamenti assicurati da un autista e prove che non si impongono mai al centro della scena. Resta lo spirito della vacanza, che regge grazie alla prestazione delle protagoniste. Perché alla fine non è il programma che valorizza il cast, ma viceversa.