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Quella cosa che si chiama diritto di critica

Tutti sono criticabili. Nessuno è infallibile. Non è detto che chi critica sia animato da convenienza o cattive intenzioni. Anzi.

pubblicato 19 Novembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 08:12

C’è una cosa che si chiama diritto di critica. Vi devono sottostare, purtroppo, tutti coloro che fanno un lavoro “criticabile”. Chi fa televisione o cinema, per esempio, è “criticabile”. Ma anche chi scrive su Tvblog o su Cineblog è criticabile.

Negli ultimi giorni, però, si sono susseguiti un paio di episodi che fanno pensare.

Il primo riguarda la reazione di Massimo Boldi a una critica di Federico Boni su Cineblog. La parte più “dura” della critica recita:

«mogli esasperate di un Boldi sempre più ‘imbalsamato’ e di un Izzo sempre più macchietta!»

È una critica dura, di stroncatura, è vero. A Federico il film non è proprio piaciuto.

Sono seguiti tweet poco carini; a Federico è stato riservato un “fallito imbecille e maleducato”, riferimenti ad avvocati, l’indirizzo della redazione di Blogo pubblicato online – cui prodest? Boh – e via dicendo.

La cosa è finita addirittura sul Corriere della sera e sull’Huffington Post. Poi, Boldi è stato intervistato da Selvaggia Lucarelli su M2O. Con molto stupore, devo dire, ho dovuto notare che Selvaggia, che il mondo del blog lo conosce bene e che conosce sia Tvblog sia Cineblog, ha fatto da “spalla” allo sfogo di Boldi e non ha ritenuto di contattarci per sentire la nostra opinione o versione dei fatti: da quell’intervista sembriamo un gruppo di cialtroni. Pazienza, giusto?

Né a Boldi né a Selvaggia abbiamo risposto, perché davvero, a uno che scrive “fallito imbecille e maleducato” non saprei cosa rispondere. E non ambisco a un’intervista su M2O.
E mi è dispiaciuto sinceramente per Federico.

Poi, oggi Nicola Porro si è risentito perché in un pezzo e in un occhiello delle analisi Auditel abbiamo riportato (per errore) il titolo di un telefilm anziché lo Speciale Virus (errore prontamente corretto). Capita, perché a volte pre-compiliamo alcuni pezzi per far prima, e gli speciali non vengono annunciati per tempo, in quanto speciali. Che ha fatto? Ha scritto su Facebook attaccandoci e attribuendo l’errore – che gli era stato segnalato – a malanimo nei suoi confronti.

Gli ho chiesto scusa per l’errore, sempre su Facebook, spiegando tutto.

Oggi Nicola Porro si è espresso piuttosto duramente nei confronti di TvBlog.it. Il commento lo potete leggere qui…

Posted by Alberto Puliafito on Giovedì 19 novembre 2015

In entrambi i casi, Boldi e Porro hanno generato una serie di insulti o commenti negativi ai danni di Tvblog e Cineblog – e qualche difesa, sporadica, chiaramente.

Si è generato, insomma, il cosiddetto hate speech.

È normale: di solito, se io scrivo qualcosa su un mio profilo social, la maggior parte delle persone che mi seguono interverrà a mio sostegno (o difesa) e altri invece (meno) mi daranno torto (o addirittura mi attaccheranno).

Cosa si ottiene facendo così? Se sei uno già visibile, tanto rumore, tanti che ti danno ragione, magari ulteriore visibilità.

C’è, però, una questione molto importante da sradicare e smontare. È ora di far capire, una volta per tutte, che chi critica non è necessariamente mosso da (in ordine sparso):
– invidia
– rosicamento
– ignoranza
– malanimo
– convenienza
– imbecillità
– altre caratteristiche negative a piacere

A volte, a chi critica, semplicemente non piace quel che vede.

È quel che succede, per esempio, su Cineblog e su Tvblog.

Qui funziona così: chi ci conosce o chi ha voglia da conoscerci, sa o scopre con quanta onestà intellettuale affrontiamo il nostro lavoro. Non abbiamo ambizioni di essere invitati a Miami per recensire un disco (e se ci invitassero e non ci piacesse, lo diremmo). Non vogliamo piacere a tutti e crediamo che il nostro lavoro non sia “accontentare tutti”. A volte qualcuno si scontenta. È il gioco delle parti, è la differenza fra criticare e fare pubbliche relazioni. Non ci si chieda, per favore, che ci piaccia tutto. Se una cosa ci piace ne parliamo bene. Se una cosa non ci piace la critichiamo. Se sbagliamo (e succede), lo ammettiamo, chiediamo scusa e correggiamo. Nei fatti piccoli così come in quelli più seri.