Queer as Folk torna ufficialmente, ordinata una nuova serie reboot
La serie manifesto della comunità LGBTQ+ torna con una nuova versione prodotta dall’autore della serie originale inglese
La piattaforma di streaming Peacock di proprietà del gruppo NBCUniversal, ha ordinato una nuova serie tv reboot di Queer as Folk, la serie inglese creata da Russell T. Davies che a fine anni ’90 ha raccontato senza limiti e taboo la comunità LGBTQ.
La storia di tre ragazzi gay a Manchester, interpretati da Aidan Gillen, Charlie Hunnam e Craig Kelley ha poi avuto un adattamento americano realizzato tra Canada e Stati Uniti, ambientato a Pittsburgh e andato in onda su Showtime. In Italia la versione inglese ha avuto una diffusione limitata mentre il canale pay ora scomparso Jimmy ha trasmesso le 5 stagioni del remake.
Il progetto di una nuova Queer as Folk era in lavorazione da oltre 3 anni con la casa di produzione UCP che stava pensando di realizzarlo per il canale cable Bravo, con la benedizione del creatore Davies, coinvolto come produttore della serie. Nel frattempo il mondo è cambiato, lo streaming è diventata la nuova piattaforma su cui diffondere la serialità e il progetto è passato a Peacocok che l’ha ordinato ufficialmente e direttamente a serie.
Il dato concreto è che conosceremo le storie di nuovi ragazzi gay a New Orleans. Al centro ci sarà un gruppo di amici che incontreremo subito dopo una tragedia che ne sconvolge le vite. Alla guida ci sarà Stephen Dunn, autore della sceneggiatura e regista del primo episodio, con Davies confermato come produttore esecutivo. Negli ultimi anni Davies si è occupato della miniserie A Very English Scandal e di It’s A Sin una miniserie che in Italia vedremo su StarzPlay, ambientata 20 anni prima di Queer as Folk con al centro un gruppo di ragazzi gay alle prese con la prima diffusione dell’AIDS.
Il titolo della serie nasce da un’espressione dialettale di alcune zone della Gran Bretagna “non c’è nulla di così strano come la gente“, giocando però con il doppio significato di “queer” che ha anche il significato di gay. Beatrice Springborn presidente di UCP ha sottolineato l’importanza che la serie ebbe nella rappresentazione della comunità LGBTQ e di quanto siano “entusiasti di raccoglierne l’eredità portando uno sguardo moderno e una nuova energia al tema”. Dunn ha sottolineato quanto sia cambiato il mondo negli ultimi 20 anni e come sarebbe bello se una nuova generazione di ragazzi riuscirà a vedere la serie non di nascosto e con le cuffie ma in soggiorno con i genitori.