Gene Gnocchi e quella comicità annoiata. Ma il problema è Quarta Repubblica
A Quarta Repubblica i siparietti di Gene Gnocchi si sono via via appiattiti, diventando sempre meno sentiti e coinvolti. Ma lo stesso attore sabato a Ciao Maschio ha mostrato tutta la sua brillantezza creativa
Su Quarta Repubblica pende da anni un grosso punto di domanda: il ruolo di Gene Gnocchi in trasmissione. Ufficialmente voce comica e irriverente del talk, i siparietti dell’attore si sono via via appiattiti, diventando sempre meno sentiti e coinvolti.
Il principale distacco, nella percezione dello spettatore, è quello con Nicola Porro. Saluti di rito, frecciate a distanza, ma intesa lontana chilometri, con il conduttore che raramente si lascia trasportare dalle riflessioni dell’incursore.
Un tempo le copertine satiriche rappresentavano un obbligo per tutti i talk. Lo stesso Gnocchi passò da Quinta Colonna a Di Martedì, per poi essere ripreso da Rete 4 proprio per Quarta Repubblica, che mantiene vivo il rituale assieme a Floris, attualmente proiettato su Luca e Paolo.
Se una volta i monologhi davano il là al programma, oggi si prevedono anche dei ‘rientri’ a puntata in corso, con Porro che addirittura relega Gnocchi nella seconda parte della trasmissione.
Il rituale di Gene è un’eterna ripetizione, basata sulla gag di libri fantomatici attribuiti agli ospiti di turno. I titoli sono sempre impalpabili e figli di una rima. Il diretto interessato dà l’impressione di ridere ‘per cortesia’, per non parlare di Porro che il più delle volte non raccoglie l’assist e manda la pubblicità.
La gag, va detto, è sbiadita. Anche perché non è altro che la replica delle trovate escogitate ai tempi di La7, quando anziché sulle copertine dei libri le rime venivano stampate su decine di t-shirt.
Il quesito a questo punto sorge spontaneo: è Gnocchi ad essere svogliato, o forse il contesto non consente performance all’altezza? Ad essere certa è tuttavia la brillantezza creativa dell’artista emiliano, abbondantemente manifestata sabato scorso a Ciao Maschio.
Divertente e divertito, Gnocchi ha abilmente duettato con Nunzia De Girolamo, mettendo in campo la celebre maschera del burbero annoiato pronto a contestare ogni azione della padrona di casa, alternata a racconti surreali e spassosi, compresi gli slogan del suo nuovo partito “Il Nulla”, di cui è fondatore e leader: “Saremo un governo ladro anche quando non piove”.
Ma Gnocchi ha dimostrato anche l’altra faccia, quella realmente riflessiva, che non t’aspetti. “Cosa farei nel mio ultimo giorno di vita? Rimarrei da solo, in attesa, perché sono convinto che si nasca e si muoia soli. Togliermi un capriccio significherebbe dare ancora senso alla vita e avere un rimpianto”.
Punte di profondità e spessore che farebbero comodo a qualsiasi dibattito, che sia questo incentrato sulla politica, sulla stretta attualità, o persino su temi etici. Una poltrona riservata a Gnocchi all’interno studio di Quarta Repubblica potrebbe pertanto essere una soluzione utile ad invertire la rotta.