Era domenica 23 aprile del 1972 e sul Programma Nazionale della Rai (l’attuale Rai1) andava in onda questo:
Mina e Lucio Battisti duettavano in Teatro 10, varietà diretto da Antonello Falqui dal teatro delle Vittorie in Roma. Insieme, Mi ritorni in mente, Il tempo di morire, E penso a te, Io e te da soli, Eppure mi sono scordato di te e per finire Emozioni. La coppia perfetta, musicalmente parlando, il connubio fra parole, musica e voce che non lascia dubbi sulla potenza artistica.
Ottominutieventisecondi fantastici: Quando l’intrattenimento televisivo portava nelle case degli italiani l’eccellenza. Il quadro del nostro paese di quegli anni non era certamente dei migliori: il boom economico degli anni sessanta era ormai un lontano ricordo, recessione galoppante, scioperi, un’immagine che assomiglia tanto a quello che stiamo vivendo in questo periodo.
Difficile, impossibile o forse terribilmente facile fare paralleli fra quell’intrattenimento e quello della Rai di oggi, alla ricerca di programmi “facili” quando quanto di più facile si possa fare è mettere l’eccellenza davanti alle telecamere, schiacciando il pulsante della memoria, con innestata la marcia in avanti. Progetti ambiziosi, format esterofili, tratti distinti da corsie senza marcia perse nell’affollato vuoto che, alle volte, sembra l’autostrada che percorre certa nostra televisione.
La ricerca della semplicità, con poche idee ma non confuse, dovrebbe essere il futuro di chi si occupa d’ intrattenimento televisivo, senza cercare per forza l’unanime consenso, ma più realmente dando a quello che si mette in onda, semplicemente un senso.