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Propaganda Live 2020, ultima puntata di una stagione da incorniciare

Propaganda Live chiude la stagione 2019-20 senza lasciare indietro nessuno.

pubblicato 12 Giugno 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 00:49

Ultima puntata di Propaganda Live questa sera, venerdì 12 giugno, come sempre su La7 intorno alle 21.15. E questa 39esima puntata (tra appuntamenti settimanali e speciali) sembra più un manifesto programmatico che un arrivederci. Questa sera, infatti, Diego Bianchi ospita i genitori di Giulio Regeni, da quattro anni in cerca della verità sulla morte di loro figlio dal governo egiziano, mentre il Governo italiano ha appena deciso di vendere loro armamenti, ricorda Ezio Bosso con un omaggio dei suoi orchestrali, lancia un nuovo cartoon di ZeroCalcare, chiacchiera con Frankie Hi-Nrg. Si raccoglie quello che si è seminato in questa difficile annata, insomma, ma senza mai abbassare la guardia.

E dire che questa terza stagione a La7 era iniziata già col botto: nella prima puntata si era fatto un mezzo miracolo recuperando un’estate a dir poco esplosiva e un agosto di fuoco, tra il Mojito al Papeete e la nascita del governo Conte Bis, passando per quella reprimenda in diretta tvdel Premier al suo ex Ministro degli Esteri in Parlamento. E che questo 2020 sarebbe stato particolare lo si doveva capire dal black-out che a fine gennaio interruppe la messa in onda ma non il programma, visto che con un colpo di reni si proseguì la diretta su Instagram. A vederla col senno di poi, quasi una premonizione di come sarebbe stata fatta la tv da lì a poco più di un mese; a vederla con gli occhi di allora, la dimostrazione che saper pensare ‘out of the box’ permette di sfruttare i mezzi a disposizione, non di farne pura retorica.

Dalla fine di febbraio è tutto cambiato ma non Propaganda Live, che ha invece mostrato una voltà di più quel che è in grado di fare. C’è un modo di dire che recita “I foderi combattono e le sciabole stanno appese”: penso sia adatto anche a sintetizzare il lavoro di racconto dell’Italia nei giorni della Pandemia da parte della squadra di autori. Là dove approfondimenti giornalistici più o meno blasonati hanno puntato al sensazionalismo, alla polemica, al terrore, alla psicosi, alla sottovalutazione, Propaganda Live ha continuato a fare quello che ha sempre fatto, persino meglio, e ha dato più di altri il polso di quanto stava succedendo.

PL ha raccolto la prima testimonianza da Codogno con quel tweet innocente e disperato di Giulia, che si lamentava della festa di compleanno cancellata di punto in bianco alla festa del suo compleanno e poi diventata icona del lockdown in Italia, ha provato il terrore del contagio, ha trovato la prima soluzione allo svuotamento degli studi (con quelle sagome sempre up-to-date che ormai vantano numerosi tentativi di imitazione), è stata la prima a trasmettere una fiction da lockdown ed è stata l’unica a tenere un diario minimo e comune capace di raccontare attualità, politica, costume con lucidità e ironia persino da casa, ma senza dimenticare mai i luoghi caldi del mondo, riutilizzando un format di un quindicennio prima aggiornato dalla maturità. È stata anche l’unica a non aver mai rinunciato alla musica live.

E poi le chicche, come il ritorno di Corrado Guzzanti in splendida forma (tra Maturità virtuali e ‘mbuti da riempire) e quel Rebibbia Quarantine, tra puntate e speciali, che hanno affrescato un’epoca e una generazione. Il contributo sull’infermiere Lele, poi, è un saggio sociologico e comunicativo da far studiare.

Il tutto sempre con quella capacità di raccontare l’attualità tra satira e ospiti internazionali, cazzeggio e inchiesta, genio (penso a Makkox) e follia (penso a Memo Remigi). Il tutto anche andando oltre i dolori personali.

Come dicevamo in apertura, quest’ultima puntata, ha il sapore di una dichiarazione di intenti più che un saluto pre-vacanziero: il manifesto resta sempre uno, quello di non lasciare nessuno indietro. Neanche nel racconto di un Paese che in fondo sa di sé meno di quanto crede.

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