Programmi Rai criptati su Sky: per il Tar decisione illegittima
Secondo il Tar del Lazio la Rai non dovrebbe criptare programmi quando vanno in onda via satellite sui decoder di Sky Italia.
Gli abbonati a Sky, ma anche più semplicemente i tanti italiani all’estero che hanno sempre avuto l’abitudine di guardare i programmi Rai via satellite in tempi non sospetti (prima persino che la vecchia Telepiù andasse “in orbita”), sanno bene quanto sia diventato difficile fare zig zag fra i programmi della tv di Stato che vengono puntualmente criptati. Su Digital-sat.it da anni è attivo un utilissimo servizio che indica la lista dei programmi che avranno questa sorte sia per quanto riguarda i palinsesti sia Rai che Mediaset.
La questione è annosa: gli operatori della tv generalista sostengono che i programmi vengano criptati perché loro non sono in possesso dei diritti per l’estero. Essendo i canali Rai e Mediaset diffusi via satellite in chiaro la necessità di criptare il Gran Premio di Formula 1, la partita di calcio, la gara della Moto GP o un telefilm è imprescindibile.
In realtà gli utenti sanno bene che non sono infrequenti i casi in cui questa “regola” sia interpretata in maniera estensiva, il sospetto (fondato) è che l’aumento dei programmi criptati in corrispondenza della nascita di TivùSat non sia per nulla casuale. D’altra parte Mediaset, che in questa questione non c’entra e può disporre liberamente dei suoi palinsesti, spesso manda in onda sul satellite dei promo della piattaforma satellitare alternativa al posto dei programmi criptati.
Sembra un aspetto secondario, ma di fatto nelle zone non coperte dal segnale del digitale terrestre, quelle nelle quali è necessario obbligatoriamente dotarsi del decoder TivùSat (che infatti ha già superato il milione e mezzo di schede attivate), avere un decoder Sky potrebbe risolvere i problemi dei telespettatori se la programmazione non fosse zeppa di trasmissioni criptate.
Ad ogni modo, almeno per quanto riguarda la Rai, Sky ha ottenuto oggi una pronuncia favorevole del Tar del Lazio che ha ritenuto illegittima la decisione della tv pubblica di criptare i suoi programmi. Senza entrare in dettagli tecnici il senso è che, se questa sentenza diventasse esecutiva, la Rai dovrebbe smettere di criptare i programmi semplicemente affidandosi al criptaggio garantito dal sistema proprietario NDS di Sky.
Il buon senso suggerisce che la presenza dell’alternativa costituita da TivùSat, che usa un altro sistema di codifica e concede la smart card soltanto a residenti in Italia (ed in regola con il pagamento del Canone Rai), potrebbe permettere di risolvere qualsiasi problema di “diritti per l’estero” semplicemente affidandosi alla codifica NDS di Sky che, almeno dal punto di vista teorico, è sottoscrivibile soltanto da persone residenti in Italia. Sarà mai così?