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Private Practice, lo spin-off di Grey’s Anatomy

Addison balla da sola. In tutti i sensi, dato che nel primo episodio della nuova serie “Private practice” la troviamo entusiasta della sua nuova vita a Los Angeles mentre si esibisce appena uscita dalla doccia in una divertente coreografia, mentre il suo vicino di casa nonché collega Sam assiste sbalordito a tutta la scena (potete

27 Ottobre 2007 11:56

Addison balla da sola. In tutti i sensi, dato che nel primo episodio della nuova serie “Private practice” la troviamo entusiasta della sua nuova vita a Los Angeles mentre si esibisce appena uscita dalla doccia in una divertente coreografia, mentre il suo vicino di casa nonché collega Sam assiste sbalordito a tutta la scena (potete vederlo nella gallery)…

Questa è, a mio avviso, una delle scene più divertenti della prima puntata dello spin-off di “Grey’s anatomy”, in onda ogni mercoledì sulla ABC.
I personaggi non sono del tutto sconosciuti al pubblico: sono infatti già stati presentati durante gli episodi 22-23 della terza serie creata da Shonda Rimes (che firma anche “Private practice” e che è “colpevole”, tra l’altro, del film con Britney Spears “Crossroads”), intitolati “L’altro lato della nostra vita” (già andati in onda su Sky, a breve su Italia1).
Saranno loro ad animare il Oceanside – Wellness Group, clinica privata (da cui il titolo, che in italiano suonerebbe all’incirca “studio privato” o “libera professione”), specializzata in terapia di coppia e in procreazione assistita (legale in California), con le loro storie professionali e private.

La serie dovrebbe esordire in Italia già dal prossimo dicembre, affiancata dalla quarta stagione della serie madre, su FoxLife (canale 111 di Sky), in attesa di approdare in chiaro su Italia1 (magari in una rinnovata serata Doc?).
Nell’attesa del suo arrivo da noi, scopriamo qualcosa di più sui personaggi e sulle storie che ruotano attorno al noto chirurgo neonatale Addison Forbes Montgomery (Kate Walsh), donna dal carattere forte e determinato, al punto che decide di trasferirsi a Seattle per riconquistare la fiducia del marito Derek (Patrick Dempsey), tradito col migliore amico di lui (Mark, Eric Dane), per poi rinunciare al prestigioso incarico di caporeparto e traslocare a Los Angeles, dove iniziare una nuova vita e, chissà, trovare l’amore.

Il principale “candidato” pare essere Peter Finch (Tim Daly), medico specializzato in medicina alternativa, le cui cure non verranno sempre viste di buon occhio da Addison. Proprio con lei, però, già dalle prime puntate instaura un legame particolare, che potrebbe sfociare oltre il semplice rapporto di lavoro, ma che entrambi tengono a freno: lei considera lui un Don Giovanni (dovrebbe essere il nuovo “Dottor Stranamore”, ma dico dovrebbe, perchè è decisamente poco carismatico come si vorrebbe far credere) poco raccomandabile negli affetti, mentre lui (che si mostra interessato) deve ancora superare una fase difficile della sua vita.

Per una coppia in procinto di nascere, eccone un’altra al termine: parlo di Naomi (Audra McDonald, che ha sostituito fin dalla prima puntata Merrin Dungey, presente nel pilot, per via di alcune “incomprensioni” col cast, soprattutto con la Walsh), specialista in fertilità, e del suo ex marito Sam Bennet (Taye Diggs, protagonista di “Kevin Hill” e dello sfortunato “Day break“), autore di un libro sul benessere interiore e padre di una quattordicenne avuta da Naomi. I motivi della loro rottura non sono chiari, come invece è ovvio che Naomi prova ancora qualcosa per Sam. Che tra i due debba ancora succedere qualcosa…?

L’ultima coppia è, in realtà, una coppia ideale, composta dai due personaggi, secondo me, più simpatici ed amabili della serie. Lei è Violet Turner (Amy Brenneman, il “Giudice Amy” di Canale5), psicologa gentile e sensibile sul lavoro, che però non riesce ad applicare alla sua vita gli stessi consigli che lei dà: lasciata dal compagno Al, deve ancora riprendersi, soprattutto dopo aver scoperto che lui si è sposato con una donna più giovane. Gli telefona spesso e si rifugia in numerosi pensieri a lui rivolti, conquistandosi l’epiteto di “maniaca” dal collega Cooper Freedman (Paul Adestein, attualmente in onda con “Prison break” nel ruolo dell’agente Kellerman). Cooper è un ottimo pediatra, ed ha in comune con Violet la sfortuna in amore, alla quale lui reagisce in modo estremo rispetto alla collega: è un frequentatore assiduo di chat ed organizza spesso incontri con ragazze ce poi si rivelano truffatrici, dalle quali però lui non rimane particolarmente deluso.
Le loro vite non sembrano fatte l’uno per l’altra, ma la creatrice è la stessa di “Grey’s Anatomy”, dove i colpi di scena amorosi sono sempre in agguato…

Si aggiungono a questi personaggi: Dell (Chris Lowell, visto in “Life as We Know“- era il fidanzato di Kelly Osborne), il receptionist corteggiatore di Naomi e interessato al lavoro di Addison (fin dal primo episodio cercherà di “far colpo” sulla nuova arrivata), e Charlotte King (Katherine Dee Strickland, comparsa nei film “The grudge” e “Tutto può succedere”), capo del St. Ambrose Hospital, (dove i pazienti più gravi della Wellness Ocean verranno ricoverati), che darà filo da torcere ai protagonisti.
Si attende, invece, l’entrata in scena di David Sutcliffe (Christopher di “Una mamma per amica“), in un ruolo ancora indefinito.

Come avrete intuito, la serie manca un po’ d’innovazione nei personaggi, che non sono del tutto “nuovi” ma presentano con qualche cliché (come la psicologa che non sa mettere ordine nella sua vita), e gli intrecci tra i protagonisti sanno di prevedibile.
Tuttavia, le storie raccontate hanno quel tocco di originalità, mantenendo lo stesso stile della serie madre: vengono affiancate storie di carattere leggero alle storie “di puntata”, più drammatiche.
Se gli intrighi e le vicende ricordano Grey & Company, l’aspetto scenografico è invece totalmente l’opposto: le belle riprese dall’alto dell’oceano , i tramonti e gli interni ben luminati e con colori caldi ci fanno presto dimenticare (o per lo più sono segno del volersene distaccare) le catartiche piogge e le fredde sale operatorie del Seattle Grace Hospital, dove erano solo i dialoghi dei personaggi a scaldare l’ambiente.

D’altra parte, non poteva essere diversamente, viste le tematiche affrontate: una clinica in cui si aiutano le coppie ad avere un figlio doveva avere un clima più accogliente e familiare.
Al di sotto delle aspettative gli ascolti, già scesi, come detto ad inizio post: forse ci si aspettava di più per via dei successi di “Grey’s Anatomy”, ma intanto gli episodi sono passati da 13 a 22, segno di un primo obbiettivo raggiunto. Ora, non ci resta che capire da che parte andrà Addison e la sua nuova squadra.

[la gallery di Kate Walsh]
[il sito ufficiale di Private Practice]
[Private Practice Italia]

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