Prison Break
Alcuni lettori lamentano una scarsa trattazione, da parte del TvBlog, di Serie Tv. Ora è giunto il momento di rimediare. Lo facciamo, per cominciare, con un bel post di Marcus Daly – che pubblico col suo permesso -, a proposito di una serie destinata a fare successo anche nell’italico mondo degli appassionati. Prison Break. Una
Alcuni lettori lamentano una scarsa trattazione, da parte del TvBlog, di Serie Tv. Ora è giunto il momento di rimediare. Lo facciamo, per cominciare, con un bel post di Marcus Daly – che pubblico col suo permesso -, a proposito di una serie destinata a fare successo anche nell’italico mondo degli appassionati. Prison Break
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Una recente dichiarazione di Damon Lindelof, il cocreatore, insieme a J.J. Abrams, di Lost, non ha fatto che confermarmi la bontà di Prison break, che già seguivo da qualche settimana. Lindelof ha dichiarato che la serie che si avvicina di più a Lost in termini di complessità, ritmo e contenuti è, appunto, Prison Break, programmata attualmente in USA su Fox, e che a marzo sbarcherà anche in Italia (ma per chi vuole farsi un’idea di cosa stiamo parlando la serie è ampiamente dipsonibile nei circuiti P2P con tanto di sottotitoli in italiano reperibili qui).
Prison break e Lost sono vicini tra loro in termini strutturali, non tanto per la trama, che è invece alquanto diversa. Come dice il titolo stesso, infatti, Prison Break è il racconto della preparazione di un’evasione. Come Lost racconta personaggi costretti ad una forzata convivenza su un’isola, così Prison Break dipinge una convivenza altrettanto problematica tra detenuti. Ma le analogie si fermano qui, a parte appunto il ricorso strutturale e molto creativo ai flashback (che mai come in questo momento, nelle serie americane, stanno godendo di un fecondo e originale revival).
Michael (Wentworth Miller, ndR), il protagonista di Prison Break, è un’ingegnere che, all’inizio della serie, fa irruzione, del tutto immotivatamente e compiendo un’incredibile serie di errori madornali, in una banca, per rapinarla. Il tentativo è così goffo che viene subito preso, e da lì il sospetto che lo abbia fatto apposta viene confermato dalla sua ferma volontà di non difendersi e di farsi comminare una pena detentiva. Ha un’unica richiesta, accolta dal giudice: andare nel penitenziario dove è detenuto il fratello, che di lì ad un mese sarà giustiziato per aver assassinato il fratello del vicepresidente degli Stati Uniti.
Il suo obiettivo è chiaro: organizzare l’evasione del fratello (Lincoln Burrows, interpretato da Dominic Purcell, ndR) che si è dichiarato innocente. A suo dire, è stato incastrato nelle trame di un complotto di cui è l’agnello sacrificale. Ma per organizzare un’evasione da detenuto Michael può contare solo su ciò che è reperibile nel penitenziario stesso, di cui lui è stato segretamente uno dei progettisti. Ed è qui che entrano in gioco i flashback che punteggiano la serie: nel corso del suo problematico soggiorno nel carcere, infatti, Michael, oltre a doversi difendere dai classici soprusi e dai mille pericoli che possono provenire dai suoi tutt’altro che tranquilli colleghi, compie tutta una serie di azioni all’apparenza strane e misteriose, che successivamente ci vengono chiarite dai flashback di quando Michael era un cittadino libero. Si viene così a sapere che tutta la sua energia intellettuale, negli ultimi mesi, era stata capitalizzata nell’analisi e nella progettazione dell’evasione.
Nel frattempo, la ex ragazza del fratello (Veronica Donovan, interpretata da Robin Tunney, ndR) avvocato, tenta, attraverso le vie legali, di scagionarlo o quanto meno di evitargli la pena di morte, per mezzo di ulteriori indagini: ed anche lì le sorprese non mancheranno.
Nella sua linea prisonal ed in quella thriller, Prison break coinvolge con un ritmo incalzante, che non lascia tregua. Il pericolo incombe continuamente, la vita in prigione è un inferno (incredibili gli episodi 6 e 7, con il penitenziario in rivolta), ed anche fuori, familiari e amici dei due fratelli sono minacciati da frange deviate dei servizi che possono contare su appoggi e poteri di alto livello.
La serie ha il grande pregio di saper mescolare questi ingredienti alzando continuamente la posta in ballo e nello stesso tempo indagando le complesse personalità dei protagonisti.