Prisma 2 resta tra le migliori serie teen che potete vedere (siate adolescenti o adulti): la recensione
La seconda stagione di Prisma riesce a staccarsi dai paragoni della prima con Skam Italia e intraprende una direzione più consapevole delle proprie potenzialità, diventando uno dei migliori titoli teen in circolazione
Se volessimo utilizzare una frase da meme, potremmo dire “Skam Italia ha camminato affinché Prisma potesse correre”. Che, tradotto in altri termini, vuol dire che il lavoro svolto da Ludovico Bessegato sull’adattamento italiano della serie norvegese è stata un’utilissima scuola per creare in Prisma 2 un mondo interamente nuovo che ora ci sta svelando tutte le sue intense sfumature su Prime Video.
La recensione di Prisma 2
Una stagione più indipendente
Il lavoro fatto in sceneggiatura e regia da Bessegato (in questa stagione affiancato nella scrittura da Francesca Scialanca) dimostra maggiore indipendenza in termini di scelte e di direzione dei personaggi: se la prima stagione, anche per gli inevitabili paragoni suscitati dal progetto, richiamava Skam Italia, Prisma 2 si apre da solo una strada tutta sua, offrendo a ogni personaggio la possibilità di intraprendere percorsi senza più l’ansia da prestazione dei precedenti episodi.
La consapevolezza di essere una delle migliori serie teen
Consapevole delle proprie potenzialità, dicevamo: Prisma 2 riesce ad affermarsi come uno dei migliori titoli sul mondo teen/young adult in circolazione, in Italia ma anche a livello internazionale. Dove altre serie tv si fermano a manifesti romantici di facciata o usano letteralmente le tematiche più attuali legate all’identità di genere e alla scoperta del proprio corpo solo per fare notizia e generare traffico, Bessegato e Scialanca si mostrano sinceramente interessati a indagare l’universo dei giovani in un’epoca in cui si può essere chiunque e le possibilità di esplorare più strade legate al proprio futuro sono infinite.
Tutto questo avviene con uno sguardo, ovviamente, mai giudicante, ma calmo, non eccessivamente drammatico o nervoso. Prisma 2, in altre parole, non cerca il colpo di scena a tutti i costi (ma gli snodi narrativi a sorpresa inevitabilmente ci sono ed è giusto così), ma preferisce una narrazione che sa accompagnare il pubblico e i personaggi verso le scoperte di un’eta difficile e meravigliosa, unica nel suo genere.
Prisma 2 resta un teen drama per tutti
Lo avevamo già scritto in occasione della prima stagione, e lo ribadiamo per la seconda: Prisma non è una serie tv pensata solo per un pubblico giovanissimo. Ovviamente, è il target di riferimento, ma le vicende narrate riescono ad agganciare ancora una volta il pubblico più adulto, quello più curioso di conoscere la nuova generazione, di scoprire mondi e situazioni di cui probabilmente ha letto solo qualche cosa altrove o semplicemente in cerca di una storia che usi la contemporaneità e l’onestà intellettuale come chiave per il proprio svolgimento.
Prisma continua ad avere i requisiti giusti per conquistare grandi e meno grandi e coinvolgerli tutti dentro quel gioco che è la crescita: perché scoprirsi, accettarsi e sfidare gli sguardi degli altri, in fin dei conti, non è una questione che riguarda solo chi ha meno di vent’anni. E, forse, è proprio questo il motivo per cui questa serie piace così tanto.