Stesso tono finto-entusiasta, stesso clima da monelli in libera uscita, stesso (incredibile) tappeto musicale dello scorso anno: se non fosse per le immagini iniziali di un Corso Matteotti deserto e di un Teatro Ariston “triste, solitario y final” sembrerebbe che in questi 13 mesi non sia successo proprio nulla e che Sanremo 2021 sia un’edizione ‘normale’. Il Covid non entra in questo racconto, se non in una qualche fugacissima battuta della coppia comica Graci-Vernia – alle prese con testi che non sembrano alla loro altezza – e nel microfono che si allunga per raccogliere le parole di Fedez e Michielin, nel Foyer dell’Ariston (che li ospita mostrandoli in un atteggiamento e in look da chi è appena uscito da una cantata in un oratorio Amish).
Almeno questo PrimaFestival serve agli sponsor: è l’unica consolazione, nel senso che almeno se ne intravede una utilità. Di certo non ne ha sul piano narrativo, né nella costruzione di un’atmosfera visto che è del tutto impalpabile: Vernia e Graci vengono mandati alla ‘conquista’ dei cantanti dopo le prove per non dire sostanzialmente nulla, né sulle canzoni né su questo Festival. Gli artisti servono solo per qualche gag davvero evitabile, quando invece di cose ce ne sarebbero tante, anche solo ricordare brano, argomento, autori, stile, cover, duetto. Almeno un Bignami in attesa dell’ascolto dei brani per chi non ha internet o i social ma ama Sanremo (e nell’access prime time di Rai 1 immagino che qualcuno non sia avvezzo ai social), e per chi non ha comprato la ‘Bibbia’ Sorrisi.
Peccato, anche quest’anno il PrimaFestival è un’occasione persa per raccontare davvero Sanremo. E mai come quest’anno una striscia di contenuto su come una macchina da guerra come il Festival stia gestendo una missione quasi impossibile Sanremo se la meritava.
Per il resto, Giovanna Civitillo si presenta come una solida padrona di casa: il suo compito è smistare interventi e inviati e direi che è ben svolto. Vernia e Graci sono due frecce davvero utili da avere in faretra, ma questa faretra autoriale è molto, molto stretta. Direi angusta.
Peccato. Davvero. Per creare il clima non serve dimenticare o ignorare il momento assurdo che stiamo vivendo: è anche peggio. Peccato non si sia trovata (o voluta trovare) una chiave che affrontasse, esorcizzasse, superasse il quotidiano di ciascuno di noi. L’importante ora è iniziare. In bocca al lupo a tutti.
(E cambiate il tappeto musicale. E togliete anche il conto alla rovescia. Così, suggerimento non richiesto…).
Sanremo 2021, PrimaFestival: prima puntata in diretta
Sanremo 2021 inizia ufficialmente questa sera, sabato 27 febbraio, con la prima puntata di PrimaFestival, la finestra di access prime time che inaugura di fatto il 71° Festtival della Canzone Italiana con i primi racconti direttamente dalla ‘zona Rossa’ del Teatro Ariston. Un Festival inevitabilmente blindato per garantire il massimo della sicurezza a chi vi partecipa e vi lavora, con uno stretto protocollo anti-Covid pensato dalla Rai e approvato dal CTS che ha fatto del Teatro Ariston una bolla. E speriamo che continui così.
Sarà quindi un primo contatto con Sanremo diverso dal solito. E sarà interessante capire come sarà impostata la striscia in onda da questa sera alla serata finale del Festival, sabato 6 marzo, alle 20.30 su Rai 1. Alla conduzione Giovanna Civitillo, Valeria Graci e Giovanni Vernia chiamati a raccontare il clima di un Sanremo che sembra lontano dalla rinascita e che inizia mentre il Paese fa in conti con una recrudescenza dei contagi e un rallentamento della campagna vaccinale. Ma il Festival vuole essere uno spazio ‘Covid-free’ sotto tutti i punti di vista e offrire un momento di svago agli italiani, soprattutto a quanti combattono contro il virus e rispettano regole difficili, soprattutto per settori fermi – con ristori minimi quando ci sono – da un annto intero.
La curiosità, quindi, sta non solo nel vedere cosa sta succedendo all’Ariston, ma anche capire quale chiave hanno scelto gli autori (Walter Santillo, Monica Parente e Alessio Tagliento): un po’ di cronaca non ci dispiacerebbe, anche per far capire al pubblico a casa cosa vuol dire organizzare un evento come questo Sanremo 2021 in pandemia e anche quante maestranze, quanto indotto c’è intorno al Festival. Per molti, paradossalmente anche per chi dovrebbe saperne qualcosa, Sanremo resta un “festival di canzonette” o, nella migliore delle ipotesi, solo “un evento tv”. Sarebbe il caso, proprio quest’anno, anche se con leggerezza, far vedere cosa sia davvero il Festival, oltre le dichiarazioni di prammatica e le gag già viste tra platea e foyer.