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Prima Scala 2013, gli ascolti de La Traviata in diretta su Rai 5

La Prima della Scala è ormai un appuntamento imperdibile per gli appassionati melomani che possono godersi una diretta tv in HD e in Dolby HD. Replica su Rai 5 domenica 8 alle 10.00.

pubblicato 8 Dicembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 11:03

La Traviata portata in scena da Dmitri Tcherniakov non ha propriamente esaltato il Loggione del Teatro alla Scala nel giorno della Prima: i ‘buuu’ risuonati nel teatro all’uscita del regista sono stati piuttosto eloquenti e hanno investito anche l’Alfredo di Piotr Beczala. Fischi e applausi, invece, per il direttore Gatti, mentre l’unica ad aver davvero scaldato il pubblico è stata la Violetta di Diana Damrau.

L’ambientazione eccessivamente ‘quotidiana’, con Alfredo ai fornelli con tanto di parannanza e poi al terzo atto corso a chieder perdono a Violetta con fiori e cupcakes ha stranito il pubblico. Sul fronte ascolti però si può dire che Verdi e la Traviata sono una garanzia: per la diretta di Rai 5 di ieri, partita alle 17.30 e terminata alle 21.30, si è registrato un ascolto medio di 651.000 telespettatori per uno share del 3,2%. Lo ha scritto Giancarlo Leone su Twitter.

Si supera così il ‘record’ del 2011, con i 500.000 telespettatori che seguirono il Don Giovanni di Mozart, mentre per la Prima della Scala del 2012 furono quasi 200.000 i telespettatori che seguirono in media le 5 ore del Lohengrin su Rai 5.

E a proposito, per chi se la fosse persa, la Prima della Scala con La Traviata è in replica alle 10.00 sempre su Rai 5.

Prima Scala 2013 in diretta tv, oggi su Rai 5 La Traviata di Verdi

 

Rai 5 non perde l’appuntamento con la Prima della Scala di Milano e oggi pomeriggio, sabato 7 dicembre 2013, trasmette in diretta La Traviata di Verdi, nell’allestimento di Dmitri Tcherniakov con la direzione musicale del M° Daniele Gatti. Diretta tv dalle 17.30 su Rai 5 e su Rai HD (DTT, 501).

Verdi, dunque, torna a risuonare nel teatro meneghino nella sera di Sant’Ambrogio per la gioia dei puristi, che non hanno molto gradito l’omaggio a Wagner dello scorso anno, nonostante fosse una scelta a suo modo inevitabile per celebrare i 200 anni dalla nascita del maestro tedesco, nato nello stesso anno del Cigno di Busseto. Così facendo Verdi ha potuto riconquistare la Prima della Scala nel 2013, permettendo così al teatro scaligero di chiudere idealmente l’Anno Verdiano. In più La Traviata festeggia nel 2013 i suoi primi 160 anni, visto che debuttò nel marzo 1853 alla Fenice di Venezia: una doppia celebrazione verdiana quindi per il massimo di Milano.

L’allestimento scelto per inaugurare la Stagione 2013-14 della Scala, però, punta sulla contemporaneità più che sulla tradizione: proprio per sottolineare la novità che La Traviata rappresentò per il melodramma lirico, con un’ambientazione che prendeva a piene mani dalla borghesia della seconda metà dell’Ottocento. Il regista Dmitri Tcherniakov ha quindi scelto di raccontare l’Amore di Violetta e Alfredo ai giorni d’oggi, come si legge nelle sue note di regia: a lui si devono anche le scene, mentre i costumi sono di Elena Zaytseva e le luci di Gleb Filschtinsky. In basso uno scatto, pubblicato sulla pagina FB della Scala, con Diana Damrau (Violetta) e Piotr Beczala (Alfredo) durante le prove .

 

 

Oltre tre ore di diretta per l’evento più atteso dell’anno per i melomani, ma anche per l’happening mondano più esclusivo d’Italia: inevitabili, quindi, i collegamenti in diretta dal Foyer della Scala prima dello spettacolo e durante gli intervalli con Michele dall’Ongaro, compositore e conduttore di Petruška, e con la giornalista Rai Maria Concetta Mattei.

 

La produzione dell’evento è curata da Rai 3, con la regia televisiva di Patrizia Carmine, con un dispiegamento di mezzi che solitamente Viale Mazzini riserva ai grandi eventi, dalle 10 telecamere HD alle microcamere posizionate finanche sul palco, dai 60 microfoni per l’audio HD 5.1 in TV, il tutto tenuto sotto controllo da una squadra di ripresa composta da circa 50 persone tra cameraman e tecnici. Una cura che ha garantito la vendita della Prima della Scala 2013 alle reti di mezzo mondo, che la trasmetteranno in diretta o in differita: la lista annovera il canale franco-tedecsco Arte, la rete tedesca ZDF, la russa Kultura Live e l’ungherese MTVA, che avranno il piacere di seguire live la Traviata. I giapponesi di NHK, invece, la trasmetteranno il giorno di Natale, mentre gli australiani di SBS se la riservano per i primi mesi del 2014, un po’ come Rai Italia che trasmetterà la Prima della Scala il 1° gennaio 2014.

Ovviamente l’opera sarà trasmessa anche in diretta su Rai Radio 3, ma inevitabilmente tutta l’attenzione cade sull’allestimento e sulla trasmissione tv: l’anno scorso il Lohengrin di Wagner raccolse ottimi ascolti e con La Traviata di Verdi Rai 5, e Viale Mazzini tutta, ambiscono non solo a un bis, ma a un risultato ancor migliore.

L’appuntamento, quindi, è per questo pomeriggio, sabato 7 dicembre, alle 17.30 su Rai 5 e in replica domenica 8 sempre su Rai 5 alle 10.00 del mattino. Un modo per entrare al Teatro alla Scala nel giorno del suo massimo fulgore: non dimenticate però che non è affatto inaccessibile, anzi potete visitarlo con tanto di guida e, perché no, magari assistere anche a un’opera

Per chi avesse bisogno di rinfrescarsi la memoria, vi lasciamo alla drammatica e intensa storia d’amore di Violetta per Alfredo (anche a Pretty Woman si “aggrovigliarono le budella”).

La Traviata – La storia e gli atti

Atto I
Salotto in casa di Violetta a Parigi.
Nella casa di Violetta Valéry, bella e famosa mondana parigina, nonché protetta del barone Douphol, è in corso un fastoso ricevimento (introduzione: “Dell’invito trascorsa è giàl’ora…”). Tra gli invitati arriva Gastone de Letorières, che presenta a Violetta un suo tanto silenzioso quanto appassionato ammiratore: Alfredo Germont. Irritato dalla conversazione, il barone Douphol si rifiuta di pronunciare il brindisi, che viene così intonato da Alfredo (brindisi: “Libiamo ne’ lieti calici”). Si aprono le danze ma Violetta, presa da una crisi di tosse, non riesce a raggiungere gli altri nel salone: deve fermarsi. Rimasta sola, mentre osserva il suo pallore allo specchio, Violetta si accorge della presenza di Alfredo, che le confessa di essere innamorato di lei da un anno (duettino: “Un dì felice, eterea”). La donna dapprima lo respinge, poi gli porge una camelia, il suo fiore preferito, invitandolo a ripresentarsi quando il fiore sarà appassito: l’indomani. Alfredo, felice, abbandona la festa. Violetta raggiunge gli altri. Il ricevimento ha termine e gli ospiti salutano l’arrivo del nuovo giorno (stretta dell’introduzione: “Si ridesta in ciel l’aurora”). Rimasta sola,Violetta si sorprende a sognare la possibilità di vivere questo amore (cantabile: “Ah fors’è lui che l’anima”), ma subito dopo allontana tali fantasie: per lei non c’è altro destino che quello della voluttà e dei piaceri mondani (cabaletta: “Sempre libera degg’io”).

 

Atto II
Quadro primo. Casa di Violetta in campagna, presso Parigi.
Violetta ha rinunciato alla sua lussuosa vita parigina e vive ritirata in campagna con Alfredo. Quest’ultimo dichiara la sua felicità (cantabile: “De’ miei bollenti spiriti”), ma scopre dalla cameriera Annina che Violetta ha dovuto vendere i suoi gioielli per far fronte alle loro spese. Ferito nell’orgoglio, decide di recarsi a Parigi per procurarsi il denaro necessario (cabaletta: “Oh mio rimorso! oh infamia!”). Entra Violetta: ha appena ricevuto l’invito a una festa dall’amica Flora, invito che non pensa di accettare, quando le viene annunciato un visitatore. È il padre di Alfredo, Giorgio Germont, che minaccia Violetta chiedendole di troncare la relazione che rischia di portare il figlio alla rovina.Violetta si difende con dignità, dimostrandogli di aver venduto i suoi gioielli pur di non chiedere denaro ad Alfredo. Germont cambia allora tono, passando dalla minaccia alla supplica: egli prega Violetta di rompere con Alfredo per non rovinare la felicità di un’altra sua figlia, il cui fidanzamento rischia di essere compromesso a causa del loro scandaloso legame (duetto: “Pura siccome un angelo”). Violetta, pur dicendo che le costerà caro, accetta di allontanarsi da Alfredo per qualche tempo, ma Germont vuole di più: Violetta dovrà abbandonare Alfredo per sempre. Disperata, la donna accetta di sacrificare la propria felicità per quella dei Germont (cantabile del duetto: “Dite alla giovine sì bella e pura”); chiede soltanto che dopo la sua morte Germont riveli al figlio il suo sacrificio (cabaletta del duetto: “Morrò!… la mia memoria”). Dopo l’uscita di Germont, Violetta decide di accettare l’invito di Flora e di scrivere una lettera d’addio ad Alfredo. Quest’ultimo arriva da Parigi assai inquieto: sa che è giunto il padre, e teme quello che sta per succedere. Violetta, agitatissima, gli rivolge un’appassionata e tragica richiesta d’amore, e fugge (scena: “Amami,Alfredo”). Alfredo, ricevuta poco dopo la lettera d’addio di Violetta, cade sconvolto tra le braccia del padre appena sopraggiunto. Germont cerca invano di consolarlo (cantabile: “Di Provenza il mar, il suol”): Alfredo vede sul tavolo l’invito di Flora e, furente di gelosia, decide di correre a Parigi a cercare Violetta per vendicarsi.

 

Quadro secondo. Salotto in casa di Flora a Parigi.
La scena è ora in casa di Flora: è in corso una festa mascherata, e fanno il loro chiassoso ingresso un gruppo di signore travestite da zingarelle (coro: “Noi siamo zingarelle”), seguite da un gruppo di uomini travestiti da toreri (coro: “Di Madride noi siam mattadori”).Arriva Alfredo proprio mentre gli ospiti stanno per incominciare a giocare a carte. Entra anche Violetta, accompagnata dal barone Douphol (scena del finale secondo: “Qui desiata giungi…”). Quest’ultimo, dopo aver intimato a Violetta di non parlare con Alfredo, si siede al tavolo da gioco.Alfredo continua a vincere e provoca il barone con continue allusioni; poi viene annunciata la cena e tutti escono dalla sala. Violetta ritorna precipitosamente: ha appena fatto chiamare Alfredo per potergli parlare in privato. Entrato Alfredo,Violetta lo scongiura di andarsene,ma egli risponde che se ne andrà solo con lei.Violetta allora è costretta a rivelargli che ha giurato di non rivederlo mai più; e, poiché Alfredo insiste per sapere se lo ha giurato al barone, ella mente e – disperata – gli risponde di sì. Alfredo, furioso, perde il controllo. Richiama tutti gli invitati e getta con disprezzo in faccia a Violetta i soldi vinti al gioco.Violetta sviene e, tra i presenti inorriditi, entra Germont che rimprovera aspramente il figlio (senza tuttavia rivelargli neanche in questo momento il sacrificio di Violetta), il quale subito si dimostra pentito (largo concertato del finale secondo: “Di sprezzo degno se stesso rende”). La donna rinviene e piange (“Alfredo,Alfredo, di questo core”), Alfredo abbandona la sala col padre, mentre il barone Douphol lo sfida a duello.

 

Atto III
Camera da letto di Violetta.
Circa un mese dopo,Violetta è ormai costretta a letto dalla tisi. Il dottor Grenvil, venuto per visitarla, non nasconde ad Annina che la fine è ormai vicina. Di nuovo sola, Violetta legge una lettera di Giorgio Germont che le rivela di aver raccontato tutta la verità al figlio, il quale sta facendo ritorno a Parigi per rivederla; la donna è stremata e sfiduciata (romanza: “Addio, del passato”). Fuori, frattanto, impazza il carnevale (baccanale [coro]: “Largo al quadrupede”). All’arrivo di Alfredo i due si abbracciano e sognano di lasciare insieme la città (cantabile del duetto: “Parigi, o cara, noi lasceremo”), ma ben presto Violetta si rende conto che è troppo tardi (cabaletta: “Gran Dio!… morir sì giovane”). Giunge anche il vecchio Germont che adesso considera Violetta come una figlia. Manca ormai poco: Violetta dona ad Alfredo il suo ritratto e lo esorta a ritenersi, con la sua morte, libero da ogni vincolo; dopo un ultimo, effimero segno di vita, muore fra la costernazione di tutti i presenti.

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