Pressing: un talk show calcistico godibile ma troppo impostato
Pressing, nella versione domenicale condotta da Massimo Callegari e Monica Bertini, si conferma un programma esaustivo ma troppo impostato.
In attesa dell’appuntamento del lunedì che, in questa stagione televisiva e calcistica, sostituirà Tiki Taka e che sarà condotto da Dario Donato e Benedetta Radaelli, Pressing è tornato, per il secondo anno consecutivo, con l’appuntamento della domenica condotto da Massimo Callegari e Monica Bertini, in onda nella seconda serata di Italia 1, con un antipasto su Mediaset Infinity, iniziato alle ore 23, in chiaro per tutti.
Pressing si conferma un talk show godibile nel quale vengono affrontati con ritmo e scorrevolezza, i temi più importanti riguardanti il campionato di Serie A, tornato questo fine settimana, che si chiuderà con i due posticipi di domani sera.
Tante conferme negli ospiti, come Fabrizio Biasin, Riccardo Trevisani, Sandro Sabatini, Carlo Pellegatti, Mario Sconcerti e Graziano Cesari alla moviola e un nome nuovo, Fabrizio Ravanelli, che sostituisce Riccardo Ferri e Alessio Tacchinardi, da quest’anno impegnati rispettivamente all’Inter e al Lecco come club manager e allenatore.
Pressing: la prima puntata
La carrellata di gol riguardanti le prime 8 partite di questo primo turno, giocatesi tra ieri e oggi, ha aperto la prima puntata iniziata intorno alle ore 23:35.
Dopo i gol, abbiamo assistito ad una serie di mini-dibattiti tra gli ospiti in studio, veloci ma non superficiali, gradevoli e misurati, per quanto riguarda lo stile e i toni.
In Pressing, però, manca il guizzo, soprattutto da parte dei conduttori, che si limitano a dirigere il traffico, optando per una conduzione a sottrazione, decisamente impostata. Gli ospiti si gestiscono quasi autonomamente, Massimo Callegari e Monica Bertini, raramente, alimentano scambi di vedute o opinioni discordanti.
Non si avverte la nota di colore che, al massimo, può arrivare da qualche battuta estemporanea dagli ospiti in studio. Anche le pagelle di Frank Piantanida, che richiamano chiaramente le vecchie pagelle di Paolo Ziliani a Controcampo, sono il minimo sindacale dell’ironia, c’è poco sarcasmo e altrettanto poco spessore.
Pressing offre una visione chiara ed esauriente degli eventi che hanno caratterizzato il weekend di Serie A, proponendo anche una finestra propedeutica sulla giornata di domani (come il servizio sulla Juventus), e lo fa attraverso vari servizi-focus sui temi più caldi, ad esempio, il duello tra Milan e Inter o l’esordio di Dybala con la Roma, senza ignorare le notizie dall’estero.
La moviola in studio non è invasiva, Graziano Cesari analizza i casi sui quali ci si sofferma per un tempo relativo.
Non che la discussione accesa debba essere obbligatoria, ci mancherebbe, ma Pressing, tirando le somme finali, è un programma ordinato, forse troppo, con un’impostazione, a tratti, oltremodo rigorosa.
Quello che manca non è il trash calcistico, che non è essenziale (anzi, per i non amanti del trash, Pressing è l’ideale), quello che manca è solo un po’ di leggerezza e humour in più.