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Presadiretta: il buon giornalismo di Iacona, continuità con Report

La seconda puntata di Presadiretta, andata in onda ieri sera su RaiTre, ha confermato le grandi potenzialità del nuovo format di Riccardo Iacona. La carriera di uno dei migliori giornalisti di inchiesta televisiva in Italia giunge fino a questo Presadiretta come una naturale evoluzione. Dopo le esperienze con Michele Santoro, da Samarcanda a Sciuscià senza

pubblicato 9 Febbraio 2009 aggiornato 2 Novembre 2020 10:00

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La seconda puntata di Presadiretta, andata in onda ieri sera su RaiTre, ha confermato le grandi potenzialità del nuovo format di Riccardo Iacona. La carriera di uno dei migliori giornalisti di inchiesta televisiva in Italia giunge fino a questo Presadiretta come una naturale evoluzione. Dopo le esperienze con Michele Santoro, da Samarcanda a Sciuscià senza sfuggire alla parentesi su Mediaset con Moby Dick, per Iacona si è rivelata una “fortuna” il diktat bulgaro che tenne lontano dagli schermi Santoro e la sua squadra ai tempi del secondo governo Berlusconi.

Con Santoro impegnato a difendere se stesso nei tribunali del lavoro, passando per l’esperienza controversa di Parlamentare Europeo, Iacona si è rapidamente affrancato dal suo “mentore”, ritagliandosi uno spazio sempre più rilevante. Prima con i tre reportage tematici realizzati in “solitaria” (W gli sposi, W il mercato, W la ricerca), poi con la serie denominata W l’Italia che ha avuto anche una edizione estiva nella quale Iacona si occupava di uno spazio sullo stile Talk Show in diretta, il giornalista ha ora la possibilità in Presadiretta di poter contare su una serie di collaboratori che interpretano al meglio lo spirito dei suoi lavori.

I primi due lavori andati in onda nelle ultime due domeniche colmano con efficacia quello “spazio vuoto” che il palinsesto di RaiTre soffre quando Report di Milena Gabanelli vive i suoi naturali mesi di pausa. Presadiretta offre, attraverso un lavoro che Iacona compie solo in parte in prima persona, dei reportage in grado di squarciare il velo su realtà del nostro paese troppo spesso dimenticate, o peggio colpevolmente mistificate, dalla brutale cronaca di tutti i giorni.

La puntata di ieri, dal titolo “La scuola tagliata“, arriva a mesi di distanza dalle forti contestazioni studentesche al progetto di riforma del Ministro Gelmini e, più di qualsiasi corteo o slogan (innovativo o mutuato dallo stantio lessico delle proteste del passato non importa), racconta la realtà della scuola italiana con i suoi problemi, le sue contraddizioni e l’infinita attesa di risposte politiche capaci di risolverle alla radice.

La paradossale situazione dei precari della scuola, sulla quale in tanti lucrano, la questione della dispersione scolastica, la vergognosa diffusione dei “diplomifici” privati che minano la credibilità dell’intero sistema di valutazione dell’Istruzione italiana vengono messi a nudo in poco più di un’ora. Casi limite o realtà quotidiana? Quello che è certo è l’irriproducibilità delle nostre storture in altri sistemi educativi dei paesi europei, uno su tutti quello svedese che Iacona è andato a visitare cercando un impietoso confronto con la situazione italiana.

Per quanti se lo fossero persi “La scuola tagliata” è disponibile integralmente sul portale di Rai.tv a questo indirizzo.

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