POSSO DIRE? MI DISPIACCIONO I FLOP O MEZZI FLOP DI PIPPO & PAOLA…
I giornali con sadismo godono. Sono felici quando possono girare il coltello nelle ferite. Pippo Baudo costretto a fare autocritica e Paola Cortellesi inseguita dalla ghigliottina, mi commuovono. Sono due artisti lontani l’uno dall’altra per età ed esperienze. Pippo, che forse avrebbe voluto fare da piccolo il mattatore in teatro, da anni si tiene il
I giornali con sadismo godono. Sono felici quando possono girare il coltello nelle ferite. Pippo Baudo costretto a fare autocritica e Paola Cortellesi inseguita dalla ghigliottina, mi commuovono. Sono due artisti lontani l’uno dall’altra per età ed esperienze. Pippo, che forse avrebbe voluto fare da piccolo il mattatore in teatro, da anni si tiene il suo abito stretto della tv e, a forza di agitarsi dentro, lo ha allargato ; e oggi si vede più l’abito che fa il monaco (l’entertainer) piuttosto che l’artista polivante. Sorride, si inchina, bacia le mani, ostenta padronanza e bon ton, ma dentro soffre. Lo conosco abbastanza e mi dispiace.
Paola, simpatica, bella, giovane, si sta mangiando purtroppo a morsi di ascolti (mancati) il credito che si era guadagnato un pò dovunque, dalle tavole di scena al piccolo schermo. La conosco abbastanza, abbiamo fatto trasmissioni insieme, ha gesti e pomelli incantevoli. Fa piacere ascoltarla e guardarla. Non voglio impancarmi. Non voglio essere presuntuoso.Non voglio infierire. Ma credo di sapere perchè camminano sul filo del rasoio e vanno avanti- sbaglio ?- per forza di disperazione. Credo di sapere perchè Pippo inciampa il sabato sera e recupera almeno un pò a Domenica In.
Gli fanno male le “serate d’onore” che un tempo faceva con grandi personaggio e che oggi dedica alle compagnie della buona morte. E’ così; vi prego di darmi credito. Perchè il pubblico mezzo anziano e mezzo giovanilistico con dentiera , perchè i giovani rimasti a casa per noia o in attesa del pub o perchè hanno litigato con la fichetta velinante di turno, dovrebbero fornire dati d’ascolto? Fornirli a chi e per cosa? Al cinema italiano e ai suoi personaggi? Il nostro cinema arranca, vince a Cannes con due film (“Gomorra” o “Il divo”) in cui non c’è l’appeal che servirebbe a uno show del sabato sera.
Sono due denunce cazzute. Girano giustamente al largo, o ci vengono tenuti ai margini. Il resto – non faccio nomi, quelli cooptati da Pippastro – sono la caricatura del divismo, della seduzione, del glamour, della classe e della capacità di attizzare entusiasmo e consensi. Non parliamo poi del teatro. Fantasmi di un teatro che non c’è più o sopravvive. Il grande Giorgio (leggeva Dante sul gobbo? gli occhi erano troppo dritti o era il ricordo mentale del trasognato) solitario in mezzo al vuoto. La grande Mariangela, bella come un angelo, spiritosa come un Nata Ieri capitata lì per caso o generosità, che racconta le sue serate del lunedì in pantofole e rimbambimenti.
Ma, dico, serate d’onore? In nome di che? Preci e bisbigli. Occhi appannati e occhiali come cannocchiali, nessuna visione. Cinema e tv, oggi, non meritano alcun onore, e non perchè non siano gloriosi, ma perchè il solo rifarsi a loro sembra una orazione funebre. E Pippo Pippo lo sa, ma è generoso o troppo generoso. Corre o propone come il 113 a riempir vuoti e ad agitar turiboli. Paola è gentile, elegante, un bel corpo, capelli belli, belle labbra, acqua e sapone, negli anni Cinquanta sarebbe stata perfetta in “Poveri ma belli” o magari in scena con Alberto Lionello, Walter Chiari, Dapporto, persino Vittorione Gassman quando non faceva il trageda greco. Ma, adesso, che fa?
Non so se si faccia del male da sola. Il male glielo sta facendo il contesto della satira disgraziata e prosciugata di idee e di risorse da serata. Il contesto della satira per forza ma soprattutto del sosismo, dell’imitazionismo, del noschesismo (apoteosi delle schizofrenie multiple che portano al suicidio come accadde al povero, ricco e geniale Alighiero). Un contesto imposto? o caldeggiato? o scelto spontaneamente per crisi di idee e di ispirazione? No so. So però che di scopiazzature e di camuffamenti non se ne può più. Lo dice il pubblico, signore e padrone (anche quando è un pò coglione).
Conclusione. Auguri a Pippo affinchè abbondoni le pippe degli inchini e delle smorfie da cicisbeo (lo preferisco anch’io quando con il maestro Caruso sta nell’attualità e nella qualità delle scelte e non dò medaglie di carton d’onore a chi non se lo merita più). Auguri a Paola affinchè non cada nelle reti della Pecora Rifatta, ovvero nella clonazione che surroga impotente il coraggio. E’ genuina, sana, immediata, fresca. Lasci le alchimie. Scelga se stessa.
ITALO MOSCATI