Zelensky a Porta a Porta e il programma di Bruno Vespa torna ad essere la Terza Camera dello Stato
Con l’intervista esclusiva a Zelensky, Vespa firma un oggettivo scoop e ricorda a tutti perché Porta a Porta viene definita la terza Camera dello Stato
“Presidente, grazie per aver scelto Porta a Porta per la sua prima intervista alla televisione italiana“. Bruno Vespa, da grande vecchio del giornalismo italiano, rivendica giustamente già in apertura di puntata lo scoop che praticamente tutti i suoi colleghi (si vociferava nelle scorse settimane di un Fabio Fazio particolarmente vicino a chiudere l’accordo) hanno inseguito negli ultimi due mesi e mezzo, da quando cioè è iniziata la guerra della Russia in Ucraina.
Quarantotto minuti di intervista esclusiva (registrata molte ore prima della messa in onda, preceduta non a caso da numerosi lanci di agenzie con le anticipazioni delle dichiarazioni) a Volodymyr Zelensky – cioè 37 in più rispetto al suo intervento al Parlamento italiano dello scorso 22 marzo – per un totale di X domande formulate da un Vespa rigoroso nei toni e nei contenuti (Quali sono le sue condizioni per la pace, quale pace vuole l’Ucraina, vede un’Europa più dialogante e un’America più rigida, qual è la minima concessione che consenta a Putin di non perdere la faccia, quale ruolo può avere l’Italia in una possibile mediazione, una via di uscita per la Russia possiamo trovarla, c’è rischio di opzione nucleare da parte di Putin, crede che ci possa essere una vittoria militare dell’Ucraina, è possibile uno scambio tra i prigionieri russi e i feriti del reggimento Azov, ci sono state troppe vittime civili, perché non prova a concedere una larga autonomia del Donbass, cosa pensa degli sforzi del Papa per la pace, chi l’ha salvata la notte del 24 febbraio, riesce a vedere la sua famiglia). Nel mezzo una sola interruzione, il Tg1 della notte.
Da parte di Zelensky, collegato dal suo ufficio al centro di Kiev (“io non sto in un bunker“) e con consueta maglietta mimetica, risposte abbastanza lunghe (e quindi decisamente anti televisive, ma ovviamente poco importa se a parlare è uno dei protagonisti di un evento che entrerà nei libri di storia) e anche un momento di leggerezza con tanto di riferimento agli spaghetti italiani.
Per Porta a Porta, negli anni d’oro definito la Terza Camera dello Stato, un oggettivo colpaccio giornalistico (avoja a dire ‘Ma Zelensky vengono riportate tutti i giorni , premiato da ascolti importanti (15.03% di share e 1.158.000 telespettatori), forse aiutati dalla scelta di Canale 5 di collocare in seconda serata la replica della puntata del giorno precedente del Maurizio Costanzo Show (mercoledì era andata in onda in ritardo, dopo mezzanotte e mezza, a causa della finale di Coppa Italia decisa solo ai tempi supplementari).