Porta a Porta riapre con una puntata monografica dedicata a Salvini e si trasforma nel palchetto televisivo che ogni leader desidera
Con la campagna elettorale in corso, Porta a Porta riprende con un’impostazione precisa, studiata per ospitare ogni sera un leader politico.
Un’ora di tempo e un’ospitata in solitaria per ogni leader di partito/lista: questa si annuncia essere la formula scelta da Porta a Porta per accogliere nel suo studio, fisicamente o solo in collegamento, come avvenuto in occasione del debutto con Matteo Salvini, i vari politici in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre.
Una formula che dopo aver visto la prima puntata lascia alcuni dubbi, soprattutto perché così ogni puntata di Porta a Porta si trasformerà di fatto in un approfondimento monografico su quella lista e sulle sue proposte (nella prima puntata l’unica eccezione sono stati i sondaggi forniti da Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, sui quali si è soffermata l’analisi dell’ultima mezz’ora di trasmissione), diventando così il programma un perfetto banchetto di propaganda per i candidati, privo però di reale interesse e utilità per chi davanti alla tv cercherà di farsi un’idea sulle proposte dei vari schieramenti.
A intervistare il leader della Lega, su vari aspetti del programma presentato, dopo un’anteprima interamente dedicata al problema del costo delle bollette, sono stati, insieme a Bruno Vespa, Maria Latella e Augusto Minzolini, che non si sono rivelati né due rigidi oppositori né due incalzanti intervistatori. Il comportamento dei due giornalisti può essere dettato da precise richieste autorali, nate magari dalla volontà di costruire un dibattito dai toni complessivamente pacati, aderente ai temi affrontati del programma elettorale e che possa essere seguito con facilità dal pubblico sintonizzato davanti al televisore in seconda serata.
Il rischio che si corre però è quello di offrire a quel pubblico un’asettica presentazione del programma di lista, di fronte al quale l’unico strumento valido per orientarsi nei vari proclami, seppure non messo a sistema con altri elementi, è l’indicazione del costo delle varie misure che si vorrebbero andare a mettere in campo qualora si andasse al governo. Per il resto c’è poca concretezza nel dibattito in studio: gli slogan abbondano e il tempo scivola fra una promessa e l’altra.
Vespa decide quindi per la partenza della stagione 2022-2023 di andare a tutta politica e di concentrarsi in maniera esclusiva sulle prossime elezioni, un compito quasi scontato per la Terza Camera, che diventa però difficile portare avanti senza avere la possibilità di avere dei confronti fra i candidati dei vari schieramenti e senza trovare una formula più accattivante per chi Porta a Porta lo deve seguire dall’altra parte del teleschermo. Il rischio è quello altrimenti di trasformarsi in una passerella di rito, che fa più contenti i politici che i telespettatori da casa.