Pomeriggio Cinque – Rita Dalla Chiesa ricorda il trentennale dalla morte del padre
La conduttrice de Lo Sportello ce l’ha con la mafia, ma professa il suo amore mai interrotto verso Palermo.
Un bel collegamento, quello di Rita Dalla Chiesa con Pomeriggio Cinque andato in onda poco fa. Va detto che Barbara D’Urso si sta impegnando per risollevare il suo programma, dando spazio a temi delicati (come le agitazioni nelle fabbriche) e mettendo da parte, quando ci riesce, l’eccessiva retorica.
Oggi abbiamo visto le immagini del trentennale dall’assassinio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, tenutosi il 3 settembre a Palermo per ricordare una delle prime vittime illustri della mafia.
La conduttrice vi si è recata per la prima volta, dopo il funerale di trent’anni fa, accompagnata dalla figlia Giulia e dal nipote. Insieme per commemorare un grande uomo, oltre che un proprio caro strappato alla vita:
“Quest’anno sono tornata a Palermo il 3 settembre dopo trent’anni ed è stato pesantissimo, specialmente soggiornare nello stesso albergo dove mio padre sarebbe dovuto andare a cena quella sera. Ma è stato bello esserci andata con Giulia e suo figlio, in tre generazioni”.
Pomeriggio Cinque – Rita Dalla Chiesa
Un segno del destino volle che la figlia di Rita e Roberto Cirese sia scampata per un pelo all’attentato, essendo stata invitata a Palermo proprio qualche giorno prima della tragedia. La padrona di casa di Forum ha rivelato che una sorta di istinto irrazionale la spinse a dire di no, nonostante fosse stata dal nonno anche in altre occasioni.
Rita si è collegata dal nuovo salotto de Lo sportello, sempre da Roma, condividendo parole importanti:
“Io vado a Palermo continuamente, è una città che io ho nel cuore e che amo moltissimo, non ho mai smesso di amarla. Ha il volto di quella signora che, venuta dai vicoli il giorno del funerale, mise la testa dentro la macchina e disse ‘non siamo stati noi, non è stata Palermo’. Se mio padre fosse stato ucciso dalle Brigate Rosse non avrei potuto odiare Milano. Purtroppo il marcio c’è ovunque. La mia rabbia era verso le istituzioni di allora”.
La Dalla Chiesa ha ricordato che al funerale non strinse la mano a nessun politico e fece togliere la corona istituzionale della Regione Sicilia dalla bara, preferendo che suo padre fosse ricordato con il suo berretto e il tricolore.
Sempre Pomeriggio Cinque ha mostrato una scritta sui muri aberrante, trovata a Palermo proprio al ridosso del recente anniversario, ovvero “w la mafia” accompagnata dal disegno di un cuore. Scritta che fa il paio con la targhetta divelta della via dedicata al Generale:
“Vedere scritto w la mafia l’ho presa come cosa di un imbecille irresponsabile, la Palermo che ho conosciuto io si è ribellata anche a questa cosa”.
Il sindaco, in collegamento telefonico, ha rinnovato il proprio sentimento di vicinanza alla conduttrice, aggiungendo di essere subito intervenuto per far cancellare la scritta. E la Dalla Chiesa gli ha promesso:
“Tornerò un giorno a vivere a Palermo”.