Pomeriggio Cinque, il caso Roberta Ragusa: la cronaca svilita a triste teatrino del paranormale
La trasmissione di Canale 5 è ormai diventata il salotto dei sensitivi che su Roberta Ragusa ne sanno più degli inquirenti. È cronaca o spettacolo?
Da giorni, ormai, a Pomeriggio Cinque assistiamo a una sfilata interminabile di sensitivi che hanno qualcosa da dire sul caso della povera Roberta Ragusa. Barbara D’Urso si ostina a presentare i relativi servizi come ‘cronaca’, ma è davvero così?
A ben vedere sembrerebbe trattarsi più di uno spettacolo, di puro intrattenimento, perché la stessa conduttrice – e le sue espressioni parlano chiaro – fatica spesso a credere a quello che sente da questi signori e signore che dicono di avere dei poteri paranormali e di essere entrati in contatto con l’entità della signora scomparsa a Gello. E infatti la signora D’Urso ci tiene a puntualizzare ogni volta:
Come sempre specifico che chi sta a casa ha tutto il diritto di avere una propria visione su chi dice di avere delle doti soprannaturali.
Perfetto. Ma allora, se non ci crede, perché continuare a propinare ogni pomeriggio gli stessi personaggi, la stessa storia e con le stesse modalità? Viene il dubbio che gli ospiti siano scelti non in funzione del contributo che possono dare alla cronaca, quanto in base alle regole dello share, con simpatico riferimento alle signore che il pomeriggio stirano davanti alla tv, come la conduttrice ripete spesso.
Ad alimentare il mio sospetto contribuisce una frase buttata lì dalla signora D’Urso all’inviata di turno, affinché racchiuda in una frase comprensibile quanto dichiarato poco prima dal suo ospite con un giro di parole poco chiaro:
Ci sono 3,2 milioni di telespettatori, puoi spiegare tu in pochi minuti ed essere meno criptica del sensitivo, in modo che da casa capiscano?
Da casa l’unica cosa che per il momento si è capita è che avere ogni pomeriggio in studio dei sedicenti sensitivi porta pubblico, o almeno quella parte di pubblico che non ha dimestichezza con la cronaca vera e propria, con le indagini, con dei casi che magari meriterebbero un’attenzione diversa, che non sia svilente per il lavoro degli inquirenti e delle procura che da due anni lavorano su un caso difficile e che potrebbero vedere in questo modo sminuito il loro lavoro.
Questi servizi andrebbero forse bene per un programma come Mistero, piuttosto che per un programma pomeridiano che si vanta spesso di essere sotto testata giornalistica e che potrebbe avere più riguardo per una storia dai risvolti così delicati, che rischiano di essere sminuiti in presenza di personaggi più o meno folcloristici in cerca di un momento di celebrità.
Da giorni a Pomeriggio Cinque sentiamo sensitivi lamentarsi del fatto che non vengono presi sul serio dagli inquirenti, che i loro numerosi appelli rimangono inascoltati e oggi la conduttrice, ad uno di loro, ha risposto:
Non lo so perché, magari perché non la ritengono tanto attendibile?
Accompagnando la frase con una delle sue espressioni migliori, quelle che parlano (come dice il suo libro Ti si legge in faccia) e che fanno capire che la prima ad essere scettica è proprio lei. Ma c’è davvero bisogno, quindi, di ridurre la storia della Mamma di Gello – come si legge sempre in sovrimpressione durante questi servizi – a un triste teatrino del paranormale? La cronaca, quella vera, per me è davvero un’altra cosa.