Pogba, com’è il documentario di Prime Video dedicato al calciatore in procinto di tornare alla Juventus?
The Pogmentary, docu serie dedicata a Paul Pogba (che tra pochi giorni tornerà ufficialmente alla Juventus), racconta anche e soprattutto il calciomercato
“Mi chiamo Paul Pogba e gioco nel Manchester United“. Inizia così The Pogmentary, la docu-serie Original di Prime Video di Amazon disponibile dallo scorso 17 giugno, dedicata al centrocampista francese Paul Pogba. Il racconto del documentario si concentra soprattutto su quanto accaduto la scorsa estate, quando, nel corso degli Europei poi vinti dalla Nazionale di Roberto Mancini, il futuro del calciatore a Manchester sembrava assai in bilico. La serie, infatti, mostra i giorni caldi del mercato in cui i media di tutta Europa scrivevano di un possibile passaggio del centrocampista al Paris Saint Germain. Ma anche di un possibile rinnovo del contratto da parte del club inglese.
Una situazione che somiglia quella verificatasi poche settimane fa, quando il nome di Pogba è tornato sulle pagine dei quotidiani sportivi italiani (e non solo). Stavolta per annunciare il suo trasferimento/ritorno alla Juventus (non ancora ufficiale, ma è praticamente certo che si farà, con annuncio a luglio).
Il link con la stretta attualità calcistica è totale e lo si capisce nel primo episodio quando Mino Raiola, lo storico procuratore di Pogba scomparso poche settimane fa (la puntata, infatti, è dedicata alla sua memoria), parlando con il suo assistito e con la legale che lo segue sentenzia che “la Juventus non può più permetterselo“.
The Pogmentary ricalca la struttura classica delle docu-serie di Prime Video, anche se la peculiarità è nell’alternanza di cartoon e immagini di repertorio. In questo senso non sorprendono i momenti ‘santino’, come per esempio quando Pogba si fa riprendere dalla telecamere mentre consegna cibo ai senzatetto.
A pesare in negativo sulla riuscita del documentario, inattaccabile dal punto di vista tecnico, è la carriera di Pogba. Nel senso che negli ultimi anni, nonostante il Mondiale vinto da protagonista con la Francia, la sua parabola professionale è parsa in declino. Con inevitabili conseguenze sul brand Pogba, che ad oggi vede il suo prestigio leggermente intaccato. Il concetto, in sostanza, è che Pogba, calcisticamente parlando, non è Cristiano Ronaldo, né tantomeno Zlatan Ibrahimovic o Francesco Totti. Questione di livelli.