Pippo da Fazio
Questa sera a Che tempo che fa ci sarà ospite Pippo Baudo (nell’immagine, gli ospiti di questo week end: oltre a Baudo, Rocco Buttiglione, Lucia Annunziata, Paolo e Vittorio Taviani), reduce da discussioni, esternazioni, guerre e paci e poi di nuovo guerre con Del Noce ma soprattutto un Sanremo che – piaccia o meno –
Questa sera a Che tempo che fa ci sarà ospite Pippo Baudo (nell’immagine, gli ospiti di questo week end: oltre a Baudo, Rocco Buttiglione, Lucia Annunziata, Paolo e Vittorio Taviani), reduce da discussioni, esternazioni, guerre e paci e poi di nuovo guerre con Del Noce ma soprattutto un Sanremo che – piaccia o meno – ha ottenuto risultati ottimi e ha riportato in primo piano una certa musica italiana. Sarà interessante vedere il Baudo nazionale con uno dei pretendenti al trono sanremese – insieme a Bonolis, anche se il sottoscritto lo dichiara fin da ora: tifo Fazio – e con un ampio spazio a sua disposizione per raccontare le sue verità circa i famosi compensi eccessivi e le sue prese di posizione “politiche”. Un bell’appuntamento per una televisione che, personalmente, mi piace. E molto, anche.
Sullo sfondo dei bei fondi pittorici scelti dal regista Duccio Forzano, comincia l’intervista-evento della serata.
Fazio: Sanremo, chi lo fa? Oltre a Bonolis chi ci metti?
Baudo: A Bonolis devo fare un provino. E poi potrei metterci un certo Fazio.
Il quale Fazio sorride e incassa questa candidatura. E poi comincia a parlare delle esternazioni di Baudo, che aveva iniziato – lo ricordiamo anche noi – prima del festival. Addirittura contro la Chiesa, colpevole di aver fatto comunque la festa di Sant’Agata a Catania, nonostante i noti fatti di cronaca.
Per questo Fazio dice che anche sua mamma, che prima Baudo lo ammirava molto, ora lo definisce una testa calda. Si ammicca, ovviamente. Ma la mamma di Fazio sembra proprio il personaggio più adatto per rappresentare quell’Italia nazional popolare cui si rivolge Baudo. E’ questa l’abilità di Fazio: arricchire con immagini le sue interviste.
A seguire si parla, ovviamente, del Festival. Un Festival sociale. E poi della magia della televisione. Che sia finita? Forse sì. O almeno, anche Baudo ammette che la televisione non è più quell’altare magico di un tempo. Le vediamo quasi, quelle televisioni di quarant’anni fa, con la coperta sopra e il lumino (al sud. Al nord, ricorda Fazio, c’era la gondola).
Poi la politica. Un Baudo più calmo, meno sotto pressione rispetto a Domenica In e allo stesso Festival, ora fa un discorso addirittura condivisibile: che i politici si occupassero dei problemi importanti del Paese, che ne ha tanti. E’ un po’ il discorso che si faceva da queste parti, sulle regole del gioco. Quelle stesse regole che vorrebbero una privatizzazione della RAI, che Baudo avversa. Lui statalizzerebbe tutto. E’, ovviamente, una provocazione. Ma anche qui il concetto è condivisibile: non si può fare una televisione al consumo, perché si tenderebbe a fare una televisione brutta. Brutta e basta. Come quella di adesso, fatte le debite (e rare) eccezioni.
Esauriti i convenevoli e le domande “scontate”, ecco il Pippo show, con un ottimo Fazio che fa da spalla – altra abilità del conduttore, l’essere in grado di sapere sempre quando mettersi da parte e fare semplicemente il controcanto -: si passa da Donna rosa (cantata anche da Dean Martin) alle serate di gala a casa Agnelli, da Charlton Eston chiuso dentro un uovo di Pasqua (erroneamente costruito di compensato rigido) ai tempi della presentazione de Il pianeta delle scimmie. Si finisce con Pippo che chiosa si poteva stare molto di più (ed è vero: l’intervista è passata in un lampo), e con l’invito semi-ufficiale:
Dai, vieni a Sanremo, dai.
Qui si tifa. E la si prende come un qualcosa a metà fra la boutade e l’investitura.