Pippo Baudo: “Torno in prima serata su RaiUno. Basta Don Matteo, è una farsa!”
Pippo Baudo annuncia il ritorno in tv e come sempre fa polemica, in un’intervista al Secolo XIX
Alla fine Pippo Baudo ritornerà nel suo palcoscenico naturale: la prima serata di RaiUno. Archiviato il desiderio di un rotocalco pomeridiano – proprio ora che si era liberata la casella de Le amiche del sabato – il mitico presentatore fa capire che lo rivedremo molto presto in tv. In un’intervista al Secolo XIX annuncia il suo grande ritorno:
“Tornerò prestissimo in tivù, su RaiUno. In prima serata, certo. Sto riflettendo su un programma, che deve incontrare i miei gusti. La certezza è che sarà su RaiUno in prima serata. Ma è ancora tutto da definire. Sarà uno spettacolo colto, ma popolare. Ché io, quello so fare. E’ la mia vendetta. Il ritorno al nazional-popolare”.
A proposito delle promesse analoghe fatte da Conti per il suo Festival, Pippo concorda:
“E’ quella la chiave per gli italiani, non c’è niente da fare. Sono nazional-popolari nel senso gramsciano del termine. Nei Quaderni, Gramsci auspicava un regime in cui il cittadino fosse informato e non lasciato nell’ignoranza. Parlare di formazione nazional-popolare non è denigratorio: è democratico. Per raggiungere tutti. Oggi tutti tendono a quello. Floris fa un rotocalco politico popolare. Parlare difficile, è facilissimo. Ma parlare facile non dicendo fesserie è difficilissimo”.
Intanto Baudo debutterà il 3 ottobre al Teatro Sistina con un’altra sua scoperta, Enrico Montesano, in Gran Varietà: i due ripercorreranno i grandi successi della tv, partendo poi in tournée per Roma, Napoli e il resto dell’Italia:
“E’ un incontro strano, ma bellissimo. Siamo vecchi amici, ci capiamo al volo con grande complicità. Siamo vecchi lupi di palcoscenico”.
Quanto alla tv di oggi, Baudo ritiene che il pubblico vaghi tra i canali in preda alla noia. Dei conduttori salva Bonolis, Conti e Frizzi, ma “è tutta la programmazione che è in calante. Ripetitiva”.
Per il resto il conduttore, non avendo più nulla da perdere, ama lanciare polemiche e farsi dei nemici:
“Abbiamo Don Matteo da 11 anni. E’ undici anni che non dice una Messa: pedala in bici e corre dai carabinieri. Eddai, su. Mi fa ridere, mi ricorda le farse in parrocchia. Una volta si trasmetteva Gadda, Dostojevski. Non trovo cause giustificanti, se non la caduta di gusto. E il pubblico stordito, certo non migliora. Ci vorrebbe un altro Maestro Manzi. Poca gente legge libri”.
Per il resto Baudo ha diverse proposte di scrivere biografie, ma dice di bloccarsi ogni volta:
“Non voglio essere ridicolo. Magari un giorno quando deciderò di lasciare lo spettacolo. Dovrò farlo. Anche per motivi fisici. E la mia biografia sarà il mio addio. C’è romanticismo. Sofferenza. E constatazione di ciò che s’è fatto prima”.