Pippo Baudo, il nostro parente lontano, vicino
Il compleanno di Pippo Baudo in televisione su Rai1
Se la Tv avesse delle radici fisiche, da toccare, queste avrebbero senza dubbio le sembianze di Pippo Baudo. E’ terminata da poco la serata che Rai1 ha dedicato a lui dedicata ed in me scorrono, impetuosi e anche irrazionali, i ricordi di tanti anni vissuti davanti al piccolo schermo. Nessuno è perfetto e anche noi che amiamo la televisione non lo siamo, fra giudizi, spesso frettolosi e immagini che diventano sfocate, come una foto mossa.
Ma se devi ricordare il tuo amore per la televisione, non puoi prescindere da Pippo Baudo, che oltre ad aver “inventato la televisione” come recitava il titolo di un suo lavoro teatrale, è diventato la televisione. Pippo Baudo è diventato come un nostro parente lontano, come qualcuno che sappiamo contenga il nostro DNA, ma lo sentiamo solo a distanza. Pippo lo vedevamo attraverso quel vetro luminoso che si chiama televisore e che diventava giorno dopo giorno qualcosa di nostro.
Lasciando perdere il valore professionale di quello che ha fatto Pippo Baudo nella nostra televisione, qualcosa di enorme con al centro sempre l’artista, in tutte le sue forme ed in tutti i suoi colori, Pippo è stato ed è qualcosa di talmente grande che -come spesso accade- più l’oggetto è grande e vicino ai nostri occhi e più se ne perde in qualche modo la “grandezza”. Allora, allontanandosene quel tanto che basta per vederlo nella sua complessità, se ne percepisce l’enorme importanza.
Pippo Baudo ha fatto una televisione per il popolo, ha fatto una televisione per la gente comune, ma senza per forza accontentarne le voglie. Pippo Baudo ha accompagnato il suo pubblico, che tanto ama e che tanto lo ama, nelle vie più belle, importanti, prestigiose dello spettacolo, con una cultura, una preparazione, una forza del pensiero ed un amore che difficilmente può essere affidato a qualcun’altro.
Nessuno nella televisione di oggi può essere il suo erede, forse perchè nessuno può essere erede di qualcun’altro, semplicemente perchè siamo tutti straordinariamente diversi ed è proprio nella diversità che la nostra società, il nostro mondo ha la sua forza.
Per questo motivo la forza di Pippo risiede in se stesso. Quelle mani alzate al termine del programma di ieri sera, non sono solo un saluto, ma sono l’immagine che riassume quello che è Pippo Baudo, cioè la rappresentazione fisica di quello che la televisione dovrebbe essere, cioè il contatto vero fra chi la fa e chi la guarda. L’abbraccio virtuale fra Pippo ed il suo pubblico è l’eredità vera che Pippo lascia ai telespettatori.
Una cosa mi ha sempre colpito di Pippo. Al termine di ogni sua trasmissione, intendo dire all’ultima puntata, mentre gli altri conduttori spesso fanno lunghi saluti, lui quasi non diceva che quella fosse l’ultima puntata del suo programma (qualche volta era l’ultima nel senso che il programma non sarebbe neppure tornato l’anno dopo) ma chiudeva anziché con la classica frase “a settimana prossima” con un semplice “Ciao” accompagnato dal classico gesto con le braccia.
Pippo è questo, non esiste per lui la parola “fine” esiste solo la parola “ciao”, perchè Pippo resterà per sempre il nostro parente lontano, a cui mandiamo anche noi un grande e grosso “ciao” e a presto, prestissimo. Ciao Pippo!