Pippo Baudo: “A Mediaset come direttore artistico? La cosa non fu gradita a nessuno: da Ricci, a Costanzo, fino a Corrado”
Il volto storico della Rai festeggia in anticipo gli 80 anni (ne compie a breve 79) in tv al Grand Hotel Chiambretti.
Pippo Baudo alla vigilia dei suoi 79 anni ha deciso di festeggiare a modo suo in tv. Come? E’ il superospite della puntata di questa sera di Grand Hotel Chiambretti. Come sempre fa quando è ospite il Pippo nazionale si è raccontato con generosità, da vero professionista di quella tv che ha contribuito a rendere grande, ma di cui non è più un protagonista.
Non è la prima volta in cui Baudo viene ospitato a Canale 5 da Piero Chiambretti: era il 2010 e si trattava del Chiambretti Night quando la ballerina Lucky Moon, che ballava sul tavolo davanti al presentatore, con un “colpo di tacco”:
A Pierino la Peste ha raccontato, ad esempio, quando sbarcò a Mediaset nel 1987 incontrando le “resistenze” dei grandi del Biscione e dalla quale scappò, dovendo cedere “un palazzo all’Aventino” a Silvio Berlusconi per onorare la penale per aver rescisso anticipatamente il contratto:
Ero stato assunto con un contratto che mi dava la qualifica di direttore artistico e la cosa non fu gradita a nessuno: da Ricci, a Costanzo, fino a Corrado. Mi appoggiarono soltanto Raimondo e Sandra e Mike Buongiorno con il quale ebbi un bellissimo colloquio. Come ho potuto pensare che questi colossi di Mediaset si mettessero sotto la mia direzione artistica? Oggi posso dire di essere stato un cretino, un cretino di talento, ma un cretino.
Un commento alla tv delle donne:
Barbara D’Urso l’ho inventata io. Era una mia valletta. Ma già allora era arrivista, voleva arrivare. E ce l’ha fatta. La tv è donna anche perché nel lacrimevole ci sanno fare meglio le donne. Oggi Barbara D’Urso piange con una facilità pazzesca. E’ un lacrimatoio. Maria De Filippi, invece, non piange mai. Non ride nemmeno. Impassibile, come nel programma del pomeriggio quando ci sono gli anziani che si corteggiano e lei vorrebbe dire “Mi fate schifo”.
Così come Maurizio Costanzo, anche Pippo fu vittima di un atto intimidatorio da parte della mafia:
Si trattò di un regolamento di conti mafioso nei miei confronti. Avevo fatto una celebrazione del giudice Chinnici a Taormina parlando male della mafia e ci fu questa vendetta. Mi costò cara questa cosa.
Quando si tratta di ricordare i grandi anni della Rai e i suoi programmi, Baudo non si tira affatto indietro, essendone una vero e propria colonna. Così, ricordando lo storico programma Uno su cento durante il quale veniva eletto il personaggio più noto, bravo, simpatico di una determinata categoria e, in una puntata, vinse Alberto Sordi davanti ad Andreotti e a Muccioli, a Chiambretti che gli chiede chi oggi potrebbe rientrare in questa triade, risponde:
Al primo posto ci sarebbe ancora Sordi perché rappresenta perfettamente l’italiano medio con le sue cadute di gusto e i suoi pressapochismi. Lascerei Muccioli perché ha fondato San Patrignano che è una realtà eccezionale. Se dovessimo fare una classifica odierna Renzi ci sta d’obbligo anche perché se non ce lo metto io ci si mette lui da solo.
Infine, non si esime certo da una battuta calcistica sulla sua squadra del cuore, la Juventus:
Io sono più allegriano che contiano… Conte è stato un ottimo allenatore, poi ha lasciato la Juventus dopo 3 anni in maniera molto improvvisa senza giustificare questo suo abbandono, dimenticando quello che la Juve ha fatto per lui che aveva passato delle vicissitudini come allenatore, delle inchieste che sono state fatte su partite truccate e vendute. Mi ricordo quando stava nel gabbiotto dello stadio perché non poteva allenare in panchina. Avrebbe perciò dovuto dimostrare più gratitudine nei confronti del club. Quando è arrivato Allegri tutti pensavano che non sarebbe riuscito a ripetere le gesta di Conte, invece ha fatto un miracolo. È un grande allenatore.