Pippo Baudo: “Palinsesti tutti uguali. L’età c’è: come potrei competere con la Balivo?”
Il decano dei presentatori italiani: “Barbara d’Urso? Rimango meravigliato dalla sua capacità di creare dal nulla un discorso lunghissimo”.
E’ un fiume in piena Pippo Baudo nell’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Il decano dei presentatori italiani sarà in giornata ospite di Pordenonelegge, la rassegna letteraria nel corso della quale presenterà l’autobiografia Ecco a voi.
Il conduttore di Militello descrive in questo modo lo stato del piccolo schermo nostrano:
“E’ un periodo di crisi, non c’è varietà e ideazione di nuovi programmi. I palinsesti sono tutti uguali. E’ anche colpa dei reality e dei talent che condizionano le reti perchè è più facile proporre elementi familiari per il pubblico piuttosto che rischiare con un programma ex novo. Aumentano i canali, aumentano i programmi, ma non aumentano le idee […] Non sopporto più i programmi di cucina in tv“.
Sui colleghi “soliti noti” (Conti, Bonolis, De Filippi, Scotti) dice:
“Tutti personaggi di grande carisma, che però si affezionano a programmi che vanno avanti per più stagioni. Una volta dopo due anni al massimo mi chiamavano e mi dicevano: guarda che il programma lo devi cambiare”.
Ma su due colleghe in particolare, il commento è ben centrato:
“Lorella (Cuccarini, ndB) è quasi una mia parente, per lei ho un debole. Barbara d’Urso debuttò con me come valletta a Domenica In: diceva al massimo 10 parole, ora ne dice 10 milioni. Rimango meravigliato dalla sua capacità di creare dal nulla un discorso lunghissimo, che varia dalla commozione alla risata, una ricchezza degna di Paola Borboni e delle grandi attrici del passato”.
Baudo in giro non vede eredi e non ne vuole, ma non prova nostalgia:
“Non ho nostalgia di avere un programma mio. L’età c’è: come potrei concorrere con la Balivo? E poi anche il pubblico mi rimprovererebbe questo attaccamento morboso alla tv. Quindi va bene così. E come diceva Marcello Marchesi: tutto è perduto tranne l’ospite d’onore. Le ospitate mi divertono, ma anche lì non devi esagerare, l’ospite fisso alla fine puzza come il pesce“.
Il suo errore? La conduzione dello sfortunato Sanremo 2008:
“Era un papocchio, meno male che c’era Chiambretti. Le canzoni non erano granchè e senza soldati la guerra non si vince. Però almeno mi sono portato a casa il record dei 13 Sanremo. Mi sa che è difficile batterlo”.