Home Ascolti TV Io & l’Auditel – Pippo Baudo: «Io non credo più all’Auditel» – #WIDG

Io & l’Auditel – Pippo Baudo: «Io non credo più all’Auditel» – #WIDG

Il Baudo-pensiero sull’Auditel, nell’ambito di WIDG

di Hit
pubblicato 27 Febbraio 2012 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:25


Oggi si aprono ufficialmente i contenuti di WIDG – La tv che vorrei. E TvBlog vi propone un appuntamento fisso per una settimana: Io & l’Auditel. Ovvero, il totem della televisione visto da 7 suoi “guru”. TvBlog ospita in esclusiva i pareri di 7 personalità di spicco della nostra televisione sull’Auditel: il loro rapporto con questo giudice inappellabile che ogni mattina alle 10 emette le sue sentenze. Non si tratta di interviste, ma di riflessioni a tema. Apre le danze di questa rubrica la “televisione”: Pippo Baudo.

    «Ho avuto sempre un rapporto molto difficile con l’Auditel, è una cosa che non ho mai stimato. Non l’ho mai considerata una cosa seria e questo fin da subito. Ricordo agli inizi, prima ovviamente di Auditel, in cui si raccoglievano questi dati attraverso dei quaderni che venivano consegnati alle famiglie e dai cui poi si traevano i risultati di ascolto dei vari programmi. Quaderni poi che prima di essere consegnati, venivano in qualche modo “corretti” da alcune società a favore di questo o quello. Sui meter, che erano sparsi in Italia io ho poi una esperienza diretta che mi ha fatto maturare una opinione ben precisa su questi tipi di sistemi di rilevazione degli ascolti».

    «Racconto un episodio che mi ha visto protagonista: In un programma che si chiamava “Cinquanta” che era dedicato ai 50 anni della televisione e che ho fatto su Rai3, volevamo parlare di alcuni elementi significativi della televisione ed uno degli argomenti di cui volevamo trattare era l’auditel. Eravamo riusciti ad avere tre famiglie disposte a venire in trasmissione, per testimoniare che loro accendevano a caso su un canale e poi uscivano da casa lasciando acceso il televisore, il che testimoniava ovviamente la fallacità del sistema. Un mio autore di quel programma, di cui per carità di patria non faccio il nome, chiamò Auditel annunciando questa cosa. A seguito di questa segnalazione si precipitò il direttore generale di Auditel Pancini che chiese ai dirigenti Rai di bloccare la messa in onda della trasmissione, infatti poi alla fine quella puntata non si fece. Dopo quell’esperienza ovvio che io non credo più all’Auditel.

    L’Auditel comunque è sempre stato un indice di quantità ed io credo che un programma possa anche essere visto da tante persone ma la cosa non equivalga automaticamente ad un suo gradimento. Uno può guardare un programma e rimanerne schifato, penso per esempio al programma della lotteria in cui sono stato recentemente: abbiamo vinto la serata ma era secondo me un prodotto imbarazzante. A mio parere poi il panel, rispetto alla popolazione del nostro paese è insufficiente, perché noi siamo un popolo con un alto numero di telespettatori, rispetto per esempio all’America o alla Gran Bretagna. Ricordo per esempio che anni fa andai ospite in un celebre programma della televisione inglese e che a mia domanda al conduttore di quella trasmissione sull’audience che faceva mi disse che certe sere faceva anche 3 milioni di telespettatori, che per lui era un ottimo dato: mi veniva quasi voglia di fargli una pernacchia!

    Credo quindi infine che Auditel andrebbe riformato nel senso di aprire il panel al maggior numero di telespettatori possibile, affiancando anche un sistema che permetta al pubblico televisivo di giudicare in termini di gradimento la tal trasmissione. In quanto a me e al mio rapporto con la mia cara vecchia amata Rai dico solo che ora lì dentro ci sono grandi incrostrazioni di anni anni di politica. Ci vuole una operazione di bonifica importante, anzi direi che vi vuole proprio una specie di diluvio universale e solo con l’arca di Noè io ci potrei tornare. Non sono demoralizzato, sono realista, guardo dall’alto dei miei anni la realtà. Ho tante idee, anzi non ho mai scritto tanto come in questo periodo: pensieri, parole, tutto quello che mi viene in mente, concetti, idee. Ho un dossier pieno di spettacoli che se vado a presentarlo agli attuali dirigenti: numero uno non so se mi ricevono e numero due, non so se queste idee possono essere capite dalla loro mentalità.

    Un nome nuovo per la Rai? Sergio Pugliese!»

    (Pippo Baudo)

Foto | © TM News