Pippo Baudo a TvBlog: “Fare il direttore? L’idea non mi dispiace. Ho tante idee per nuovi programmi”
Partito da Milano 4 settimane fa, chiude stasera a Roma Il Viaggio di Pippo Baudo nella nostra Italia su Rai3.
La quarta ed ultima puntata di questo ciclo è dedicata alla nostra capitale, una puntata che riunirà il pastore Antonio Adamo per la Chiesa Evangelica Valdese, Abdellah Redouane per i musulmani, il rabbino capo Riccardo Di Segni per gli ebrei e per i cattolici monsignor Gino Battaglia. Nel corso della puntata dedicata a Roma, ci saranno anche Maurizio Mattioli, Simone Cristicchi (il primo che reciterà Gioacchino Belli a Castel Sant’Angelo ed il secondo che reciterà Elia Marcelli ed il suo “Li Romani in Russia“) lo storico dell’arte Claudio Strinati, Amii Stewart, Andrea Bocelli e Noa. TvBlog ha voluto fare una chiacchierata con Baudo in occasione di questo suo commiato dal pubblico della terza rete della Rai. Un occasione questa di parlare del Viaggio, ma anche di televisione in generale. Perchè con Baudo sai come parti ma non dove arrivi, per la sua infinita aneddotica e la sua saggezza televisiva, che sconfina nello spettacolo tutto e non solo. Buona lettura.
Partiamo dal Viaggio, ti piace fare questo programma che ti ha fatto uscire dallo studio televisivo, che era un po’ la tua coperta di Linus ?
E’ questa la più grande soddisfazione, di aver avuto l’occasione di essere andato a trovare il pubblico porta a porta. Abituato allo studio televisivo ed al teatro, così esci e vai a testare anche la tua popolarità ed il tuo gradimento. Devo dire che i risultati e non per vantarsi sono eccezionali e la cosa strana sono i bambini ed i ragazzini, che mi stringono e mi abbracciano: Pippo, Pippo, Pippo. Io non sono della loro generazione, né che fa cose per loro, quindi la cosa mi meraviglia e mi fa felice e sono la vera grande sorpresa di questo mio giro per il nostro paese.
Il Viaggio sarebbe perfetto da “spillolare” nella programmazione di Rai3, magari prima di Un posto al sole, ci avete pensato ?
Sai che è una cosa che mi hanno detto in tanti, vedremo
Tu che eri il “Re della diretta” ed “Il Principe dello Sforo”, come ti poni di fronte a questa emissione totalmente registrata e montata ?
Quando giriamo praticamente mi faccio già un pre-montaggio nella mia testa. La puntata finale di stasera poi posso anticiparvi sarà clamorosa. La diretta invece è fatta di improvvisazione e sono pronto in qualsiasi momento a rifarla, ma questa esperienza del Viaggio me la volevo proprio consentire. Mi piaceva proprio fare questo giro dell’Italia per vedere come stava l’Italia e gli italiani.
Come li hai trovati gli italiani ?
Ho trovato gli italiani sempre generosi, curiosi, attenti e non distratti. Non è vero che non gliene frega niente della televisione, pretendono una televisione superiore sia dal ragazzo che dall’adulto.
Perché secondo te la televisione di oggi vive per la maggior parte di programmi vecchi, quasi come se non si abbia voglia di rischiare più di tanto ?
L’equazione secondo me è sbagliata, perché non è vero che il telespettatore vuole vedere sempre le stesse cose. In realtà è la televisione che gli da per comodità, per pigrizia e per mancanza di fantasie sempre lo stesso prodotto. Ecco quindi che assistiamo a ripetizioni di programmi che hanno 4-5 cicli continui. Io modestamente quando facevo i miei programmi ne facevo uno solo di ciclo, massimo due e poi cambiavo e questo anche se il programma aveva avuto successo.
Quindi secondo te, sperimentare, anche quando i risultati di ascolto non arrivano, deve essere un imperativo per la televisione ?
E’ una cosa che deve fare soprattutto la Rai. Che la televisione commerciale non lo faccia, lo capisco benissimo, perché ha un obbligo di risultato per accontentare gli sponsor, ma un servizio pubblico deve sempre e comunque sperimentare, anche quando i numeri dell’auditel non sono alti. Un dirigente Rai quando sperimenta deve dire: “Va bene ci ho provato, forse non ci sono riuscito, sarà per la prossima volta”.
Se ti offrissero di dirigere una scuola di televisione per formare nuovi autori e nuovi conduttori accetteresti e se si, come pensi di impostarla ?
Per gli autori, avevo creato una scuola a Mediaset, poi me ne andai, ma era un tentativo nobile, perché avremmo trovato sicuramente un gruppo di ragazzi, che poi ci avrebbero aiutato. Perché un ragazzo ti porta una idea che sul momento ti sembra una pazzia, poi ci ragioni sopra, l’aggiusti la modelli e dici: porca miseria che bella che è diventata, ha uno sprint “uno spiedo” , come mi piace chiamarlo.
Letizia Moratti ti voleva come direttore di Rai1, ma tu non accettasti, se te la offrissero oggi accetteresti ?
Quella volta non accettai perché dissi: come faccio ad autoscritturarmi? Non potevo concepirmi direttore di rete e conduttore di un programma sullo stesso canale. Ho preferito allora fare il direttore artistico e continuare ad andare in video. Tra l’altro in quel periodo Rai1 fece grandi cose, ricordo Luna Park che andava fortissimo nel preserale, ricordo i varietà con Bonolis e altro ancora. Accettare oggi? Non lo so sai, onestamente l’idea di creare, di sperimentarmi in un altro lavoro e di creare un nuovo palinsesto, di farlo anche abbastanza innovativo, non mi dispiace.
Giochiamo al se fossi direttore di Rai1, dimmi che ne pensi del palinsesto della prima rete del prossimo anno,parliamo del day time da Unomattina, La prova del cuoco e Vita in diretta, che ne faresti ?
La Vita in diretta la terrei e la userei come termometro della situazione degli italiani. Quel programma può essere una specie di “giornale continuo” che vada a parlare agli italiani degli italiani. Unomattina idem, si tratta di un appuntamento per chi si alza presto la mattina e vuole essere informato, quindi informazione prima di tutto. Per quanto la Prova del cuoco ho delle riserve, non ce l’ho con Antonella che è una mia vecchia amica, io di tutta questa cucina in televisione, direi proprio basta.
Che ci metteresti al posto della Prova del cuoco ?
Un bel programma d’intrattenimento sullo stile di “Pronto Raffaella”, magari non ci metterei più i fagioli, cambierei legumi (ride, ndr).
La Tv secondo te è roba da professionisti o da dilettanti ?
Io onestamente sono per il professionismo, non per vietare alle persone di cimentarsi. A Milano per esempio si dice “ognuno deve fare il suo mestiere”. Si, puoi inventarti la carta di un nuovo personaggio che ti arriva, però attenzione l’avvocato deve essere laureato in giurisprudenza, il medico chirurgo deve essere laureato in medicina prima di usare il bisturi. Questo “dilettantume” che purtroppo ha preso anche la politica, con i risultati che abbiamo visto non mi piace. Perché di dilettanti allo sbaraglio nel mondo politico ne abbiamo visti davvero tanti negli ultimi tempi.
Quali soni i tre ingredienti fondamentali per costruire un programma secondo Pippo Baudo?
Prima di tutto gli devi dare un discorso, una frase, un riferimento per cui alla fine del programma il telespettatore dice: oggi ho visto e sentito una cosa che non sapevo. Questa piccola lezione di cultura deve essere leggera, non pedante e che arricchisce comunque il bagaglio culturale del telespettatore. Poi deve essere diverso rispetto al resto che va in onda, cioè non può avere sempre la medesima formula: tre artisti che fanno i giurati, con altri che si esibiscono e vengono votati. Capisci bene che è una liturgia da pretura. In altre parole ci deve essere l’originalità e deve essere fatto in diretta veramente, con il piacere di far fare ad un cantante una cosa che non ha mai fatto, ma non in senso ginnico-sportivo, ma in senso canoro-musicale. Noi abbiamo tanta e bella musica, non abbiamo purtroppo belle canzoni originali oggi, è un momento di crisi della canzone, mancano gli autori, ma questo è un altro discorso.
C’è un personaggio dei talent show che ti ha impressionato positivamente ?
Alessandra Amoroso è una ragazza che canta bene. Adesso deve trovare le canzoni giuste per crearsi un buon repertorio. Anche la stessa Emma è una ragazza con un grande temperamento. Sono ragazze che hanno qualità vocali notevoli, è che ora hanno bisogno di compositori. Bisogna tornare agli autori di canzoni che purtroppo non esistono più. Sono stati “uccisi” negli anni sessanta dai cantautori, i quali cantautori però hanno trasformato positivamente la musica leggera del nostro paese. Ora però c’è bisogno di nuovi autori per la nostra musica, quindi dico: fuori gli autori!
Vedi un tuo erede in giro ?
Preferisco non fare nomi, non per salvare la mia esistenza fisica, per carità. Ogni presentatore deve avere una sua atipicità, cioè deve avere un suo modo di parlare, di gesticolare, avere dei tic, guai ad assomigliarsi. Ogni presentatore deve avere un proprio stile. Bonolis è uno bravissimo, Fazio è ormai una realtà molto positiva, Frizzi è simpatico, Conti è uno che negli ultimi tempi non ha sbagliato uno spettacolo.
Guardandoti alle spalle, c’è un errore che non ripeteresti ?
Uno solo, quando sono andato a Mediaset, quello non lo rifarei più ed è stata invece una grande idea venirne fuori, anche se molto costosa (il celebre “palazzo” del Tg5, ride, ndr).
Quale fu realmente la goccia che fece traboccare il vaso e ti fece commettere l’errore di andare a Fininvest ?
Fu Enrico Manca e la sua intervista a Padellaro, quando disse “basta agli spettacoli nazional-popolari” dando un accezione negativa al termine. Io poi gli risposi in diretta nell’ultima puntata di Fantastico 7 e l’ira di Biagio Agnes, che allora era il direttore generale Rai, mi spinse ad andarmene. Il Cavaliere queste cose le capta bene e mi chiamò.
Nonostante il Cavaliere fosse dello stesso partito di Enrico Manca
Si vero, ma lui non è di nessun partito, lui è del “suo” partito, tanto che poi ne ha fondato uno (ride, ndr).
Cosa vorresti si dicesse di te fra 100 anni ?
Ce l’ha messa tutta per divertire, interessare il pubblico italiano. Poi non è stato mai volgare e soprattutto ha cercato di migliorare se stesso per migliorare le cose che faceva.
Il Viaggio sarà il tuo ultimo programma o nel “Viaggio professionale” di Baudo c’è altro ?
Se devo essere sincero ho tante altre idee nella testa, anche di prime time interessanti, tutte alla bontà dei nostri dirigenti. Ho in mente un varietà che non è un varietà, cerco formule nuove, mai viste. Ripresentandomi non è che posso fare sempre Sette Voci, devo fare altre cose. Per quel che riguarda Il Viaggio, non ha esaurito la sua funzione, perché abbiamo tante altre città da visitare e da far vedere agli italiani ed io ho ancora tanta voglia di macinare chilometri di strada.
Con l’augurio sincero che Baudo possa dare alla televisione italiana, sia in onda che fuori onda, tutto il suo professionismo e la sua saggezza, ancora per molto tempo, in bocca al lupo per tutto e grazie da TvBlog.