Morto Pio D’Emilia: addio allo storico corrispondente dall’Asia di Sky Tg24
Il ricordo di Giuseppe De Bellis, direttore di Sky Tg24, che lo descrive come una persona “divertente, ironico, scanzonato e permaloso al tempo stesso, ma così vitale da minimizzare i problemi di salute che lo accompagnavano da un po’”
Ha lavorato fino a poche ore prima di venire a mancare, tanto che i telespettatori di Sky Tg24 lo avranno intravisto in uno dei collegamenti effettuati proprio in questi giorni con la redazione. Pio D’Emilia, storico corrispondente dall’Asia al lavoro per la rete all news di Sky, è morto oggi, martedì 7 febbraio 2023, all’età di 68 anni.
A darne notizia Giuseppe De Bellis, direttore di Sky Tg24: “Pio”, scrive, “è morto in uno dei due posti che amava di più: a Tokyo, quella che considerava casa sua, quella che aveva scelto un po’ per fiuto giornalistico e un po’ per provocazione culturale anni fa, quando l’estremo Oriente era una area poco battuta dalla stampa europea, figurarsi da quella italiana”.
Nato nel 1954, la carriera giornalistica di Pio D’Emilia è stata sempre legata all’Oriente, quell’Oriente in cui lui stesso aveva deciso di trasferirsi e di raccontare, dando alle stampe numerosi libri e realizzando vari reportage. Il suo ultimo lavoro, “Giappone lost in transition”, sulle difficoltà della transizione energetica, risale a poche settimane fa. Ma, come detto, D’Emilia è comparso in tv fino ai giorni scorsi, contattato dalla redazione di Sky Tg24 per i collegamenti durante le edizioni quotidiane del telegiornale.
De Bellis, nel lungo ricordo con cui omaggia il collega (potete leggerlo qui), descrive D’Emilia come “divertente, ironico, scanzonato e permaloso al tempo stesso, ma così vitale da minimizzare i problemi di salute che lo accompagnavano da un po’ e che non gli hanno mai impedito di continuare a fare ciò che amava di più: il giornalista.”
Tra i reportage di D’Emilia, scrive il direttore, quello di cui andava più fiero era “Fukushima, a nuclear story”, che raccontava il Giappone colpito dal terremoto, dallo tsunami e dalla catastrofe nucleare del reattore di Fukushima, diventando il primo giornalista straniero ad entrare nella “zona proibita”, fino alla centrale.
“Progettava altri viaggi, altre storie”, prosegue De Bellis. “Gli acciacchi fisici che lo accompagnavano li trattava sempre come fastidi con cui convivere, incidenti di percorso che un periodo di riposo (e di lavoro) nella sua amata casa in montagna, a Misurina, curava meglio dei medici. E anche quando era lì, immerso tra la neve, arrivava una chiamata, un’idea, una proposta, una sollecitazione. ‘Colleghiamo Pio’, era una frase che poteva arrivare in qualunque ora del giorno e sotto le forme più disparate”.
“La sua perdita”, conclude il direttore di Sky Tg24, “ci lascia senza parole, con una tristezza profonda, con il magone di non aver potuto dirgli per l’ultima volta una qualsiasi cosa, di non avergli lasciato l’ultima parola di una conversazione, come accadeva sempre. Ci mancherà, ci manca già”.