Pintus e il flop a Sanremo: “La mia serata peggiore. E’ come aver sbagliato un rigore in finale di Champions, devo tornarci”
Angelo Pintus torna sull’esperienza a Sanremo: “Quella roba lì mi ha salvato la carriera. Arrivavo dal successo del Forum, pensavo ‘tutti mi amano’. In realtà no. Capii che avrei dovuto lavorare molto di più”
Un’autocritica su tutta la linea, a quasi dieci anni di distanza. Angelo Pintus torna sulla sua performance al Festival di Sanremo del 2015, riconoscendo tutti i difetti di un’esibizione che all’epoca generò aspre critiche.
“E’ stata la mia serata peggiore da quando ho iniziato da professionista questo mestiere”, ha raccontato al Bsmt di Gianluca Gazzoli. “La ricordo ancora perché ho sbagliato tutto, non ci andai tranquillo. Dovessi andarci oggi ci andrei più sereno. Tutti mi convinsero a portare un pezzo pronto, mentre io non volevo. Dentro di me sapevo che dovevo andare a cazzeggio. Arrivai lì, non funzionò e andai nel pallone, completamente”.
L’ospitata all’Ariston arrivò ventiquattr’ore dopo quella, altrettanto contestata, di Alessandro Siani. Un precedente che alzò le aspettative e non fece altro che complicare la marcia di avvicinamento di Pintus, che oggi però benedice quel tonfo: “Quella roba lì mi ha salvato la carriera. Arrivavo dal successo del Forum, pensavo ‘tutti mi amano’. In realtà no, nessuno mi conosceva. Allora ho ricominciato a lavorare, ho lavorato per anni, ma ancora non mi sono portato a pari. E’ come aver sbagliato un rigore in finale di Champions League. Devo rigiocare quella cacchio di finale, devo tornare lì”.
Le bocciature imperversarono sulla stampa e anche sui social: “Ci fu la gogna. Quella cosa mi ha massacrato dentro, ho toppato. Per alcuni il giudizio da lì non è mai cambiato. Quell’esperienza mi ha insegnato che avrei dovuto lavorare molto di più. Non ho dato il massimo, per quello sono arrabbiato dentro. Dopo 45 secondi ho capito che ero fottuto. C’era il gobbo a 4-5 metri e non riuscivo a leggero. Ero morto, ko”.
Le parole attuali di Pintus risultano pertanto molto più a fuoco di quelle rilasciate a caldo, già il giorno dopo quel monologo. Nonostante avesse ammesso gli errori, l’attore ci aveva messo il carico con uno sfogo pieno di rancore: “E’ sempre meglio fare qualcosa ed essere criticati che passare la vita a criticare chi lo fa”, tuonò a Lo Zoo di 105. “Molti di quelli che criticano, poi vai a vedere nei loro profili di Facebook e hanno o un microfono in mano, o una chitarra. E’ tutta gente che non ce l’ha fatta“.