Pif smonta la cucina-mania e Cracco: “I grandi chef lontani da chi mangia l’amatriciana”
Pif, nella puntata del Testimone “Chef che me magno” , fa incassare a Cracco il rifiuto di un suo piatto
Dispiace ripetersi, ma Pif non ne sbaglia una. Dalla Natura e l’Islandese alla normalità dei transessuali, fino alla critica che ci mancava al cooking show. Non rosicona né superficiale, ma legittima.
Il Testimone, Cracco scandalizzato per il rifiuto del suo piatto – 15 aprile 2013
La puntata di ieri de Il Testimone, Chef che me magno?, è partita da un interrogativo della voce narrante un po’ fantozziana di Pif, lo stesso che noi comuni palati grezzi non osiamo porre in pubblico: “Perché i ristoranti prestigiosi non cucinano i piatti che mangio io?”.
Così Pif è entrato in un ristorante e si è cucinato da solo i bucatini all’amatriciana, sporcandosi tutto di sugo come piace a lui e facendo pure la scarpetta.
Poi ha incontrato Massimo Bottura, uno chef stellato che ha rilevato a Modena l’Osteria francescana, ma che sinora non si era mai concesso in video. Infatti non sa chi sia Pif e inizialmente tra i due parte male:
“Non guardo tv. La tv trasmette solo stronzate. Non c’è un programma che trasmette veramente quello che noi facciamo”.
A questo punto il conduttore, con la sua consueta schiettezza senza filtro, gli domanda a bruciapelo:
“Sai cos’è che un po’ allontana i grandi chef dalla gente normale? La gente normale mangia l’amatriciana come il sottoscritto, un po’ io sono spaventato dal piatto tutto raffinato”
Bottura, alla fine, lo convincerà a metà, con i suoi aforismi da Siddharta della gastronomia:
“Il mercato ti fa capire com’è strutturata la società. Pensa ai Greci, “io mangio per vivere”. Poi la cultura romana, “io vivo per mangiare”. Poi è crollato l’impero ed è scomparsa la cucina, preservata dai Monaci Benedettini (…) Noi dobbiamo entrare in cucina con le mani sporche di terra. Per noi la cosa fondamentale è trasmettere il sogno per il tuo palato (…) Venire a cena qua da noi è vivere un’esperienza a 360°, come se fai un viaggio per andare a un concerto di Springsteen. Il passato lo guardiamo in una chiave critica e non nostalgica”.
E’ quando, però, Bottura cerca di convertire Pif alla “rottura del confine tra dolce e salato” che il conduttore ammette di non essere stato plagiato del tutto:
“Io sono di Palermo, i dolci o sono dolcissimi o mi fanno schifo”.
Pif è pronto a fare il verso a un altro ruolo, quello della blogstar che va a fare il temuto recensore dai grandi cuochi:
“Mi immaginavo il critico tipo Ratatouille”.
La risposta del blogger è quella di chi prende molto sul serio il suo ruolo:
“Guardo anche il servizio. Qui siamo all’atelier di Maranello. Ma il critico deve sempre pagare il conto”.
La genialata di Pif sta nel chiudere questo primo contributo riprendendo con la telecamerina l’insegna del Mc Donald’s, della serie ‘nostalgia canaglia’. E così provocherà il secondo chef da lui intervistato, che conosciamo molto bene: Carlo Cracco.
Anche quest’incontro, però, è stato più originale di qualsiasi altro abbia raccontato il giudice di MasterChef. Perché Pif gli ha detto senza giri di parole quello che l’italiano medio pensa:
“Io ho sempre l’idea che esci da un ristorante di alta cucina e devi andare dopo a mangiare. E ci vogliono le istruzioni per mangiare i vostri piatti.”.
Cracco gli ha risposto che “è una cosa veramente vecchia questa, legata al boom della nouvelle cuisine con le microporzioni. Allora il passaggio fu traumatico, mentre oggi nei ristoranti stellati si mangia”.
Pif ha raccontato Cracco in una veste speciale, ossia come responsabile per un giorno della mensa della Lamborghini, ribattezzata dall’Ad – altrettanto sfotticchiato – ristorante aziendale:
“Mi ha stupito che uno chef di alta cucina si metta a cucinare per la mensa di un’azienda. Vi facevo più snob. Questa scena qua, però, coi libri autografati, è più da rockstar. Uno status perlomeno lo è. Dopo MasterChef è cambiata la tua vita…”.
E Cracco ha risposto con sincerità:
“Siamo diventati celebrità da quando Vissani è andato in televisione e poi da quando è esplosa questa moda della cucina in televisione”.
Pif gli ha, però, tenuto testa quando lo ha visto portare in tavola un semplice uovo:
“Una cosa che volendo uno potrebbe fare a casa. Io posso aprire il ristorante e tu puoi non dirmi niente”.
E Cracco non ha potuto negarlo:
“Tanti l’hanno preso ad esempio. La fama è anche quello”.
Il momento più irresistibile? Quello in cui diversi impiegati snobbano l’uovo di Cracco, dicendo che non lo gradiscono o che non amano il formaggio. La sua faccia è scandalizzata, come se fosse un sacrilegio rifiutare un suo piatto. La pancia degli italiani, anziché dei clienti fighetti, gioca brutti scherzi. E Pif ride sotto i baffi, come sempre, senza censura.
La presentazione della puntata di lunedì 15 aprile 2013
Ogni puntata de Il Testimone sta diventando un piccolo evento. Siamo stati tra i primi a benedirlo come il PROGRAMMA della stagione in corso, ora se ne stanno accorgendo in parecchi. Prima Tv Talk, poi Aldo Grasso che ha fatto tenere a Pif una lezione di tv, per i suoi studenti dell’Università Cattolica di Milano.
Il volto di MTV ha raccontato ad oltre 400 ragazzi curiosi ed entusiasti come nascono le puntate de Il Testimone, ribattezzato da Grasso il nuovo Zelig di Woody Allen.
Nella settima puntata in onda stasera – che commenteremo anche al suo termine – Pif incontrerà alcuni dei migliori cuochi d’Italia per capire cosa si nasconde dietro al dilagante fenomeno mediatico della cucina, protagonista, ora come non mai, di talent show, progetti editoriali, contenitori televisivi e rubriche giornalistiche.
Passione a volontà, tanta disciplina, talento quanto basta e un pizzico di fortuna: questa la ricetta per diventare un grande chef.
Dai volti più televisivi come quello di Carlo Cracco, ai big dell’arte culinaria come Massimo Bottura e Davide Scabin, fino ai nuovi talenti della cucina nostrana come il siciliano Filippo La Mantia, il racconto di Pif si sofferma sul lato più nascosto di questa professione, che richiede non solo creatività e talento ma anche impegno continuo e severa disciplina. Aspetti che spesso non emergono negli show televisivi, dove sembrano bastare poche puntate per diventare dei professionisti dei fornelli.
La quinta stagione de IL TESTIMONE si sviluppa lungo 16 nuovi appuntamenti, da Londra a Caccamo, dal Qatar a Reykjavik, da San Giovanni Rotondo a Dubai, per raccontare con il consueto sguardo attento e curioso storie diverse e poco conosciute, storie divertenti, emozionanti e anche commoventi.
Il programma riscuote da anni uno straordinario successo di pubblico anche sul web sulle piattaforme di MTV Italia (www.mtv.it, Twitter e Facebook, dove la rete ha appena superato 1.300.000 likers e si conferma come il canale italiano con il più grande bacino di fan su FB). Ad oggi ha generato circa 3 milioni di video streams on line sullo spazio on demand di mtv.it e ha oltre 40mila fan sulla pagina Facebook (www.facebook.com/MTVIlTestimone).
E sempre per rafforzare il legame che unisce MTV, gli spettatori, la televisione e il web, anche quest’anno Pif – che per primo in Italia, nella scorsa stagione, ha sperimentato la “social tv” interagendo dal vivo e in diretta con il pubblico via internet durante la messa in onda della serie – guarda le puntate in video chat attraverso Twitcam (sul profilo Twitter di Mtv Italia) e le commenta insieme ai telespettatori, in un dialogo che negli anni ha dato origine a migliaia di interazioni.