E’ un Piero Pelù vincente e rispettabile quello che si è sottoposto al tribunale internettiano di Reputescion, il programma di Andrea Scanzi in onda ogni lunedì sera su La3. Peccato solo che la puntata, appunto, fosse stata registrata prima del Concerto del primo maggio, in cui Pelù ha scatenato polemiche per il suo discorso di protesta.
Il giudice di The Voice ha riportato un reputometro molto positivo, pari al +1,06, con il seguente verdetto:
Icona del rock italiano, per molti il vero Pelù resta quello dei Litfiba. La sua parentesi solista non ha pienamente convinto. In rete molti gli hanno rimproverato di aver perso la sua impronta da Diablo. La sua partecipazione a The Voice divide, c’è chi lo accusa di essersi venduto alla tv commerciale, mentre molti hanno apprezzato la sua presa di posizione critica verso Renzi
Altrettanto lusinghiero il bilancio del web-feeling, al 50% positivo, al 23% neutro e al 27% negativo. A chi lo critica per aver ceduto alle tentazioni del mainstream (al punto da “ricevere molestie” da Fabrizio Frizzi e Carlo Conti), Pelù replica:
“A 50 anni credo che uno si possa tranquillamente permettere, con massimo rispetto della vita passata e di quelli che lo amano, di fare tutte le esperienze. Ho deciso di fare The Voice quando ho avuto certezza di avere assoluta carta bianca. In queste gag che si improvvisano con gli altri coach sta una delle anima del programma. Con Raffa siamo il diavolo e l’acqua santa, però al tempo stesso ci sono dei punti di contatto incredibili, anche quasi surreali. Stiamo parlando di un programma che parla realmente di musica, metto in pratica la mia esperienza di arrangiatore e produttore musicale che ho accumulato in questi anni”.
Quanto al fenomeno Suor Cristina, Pelù conferma che non è stato assolutamente costruito a tavolino:
“Per quello che riguarda quello che io so, non c’è assolutamente niente di preparato a The Voice. Un fenomeno mondiale come Suor Cristina è assolutamente inspiegabile, o forse lo si può spiegare con la particolare simpatia che il Vaticano suscita nelle persone. Mi auguro che questo Papa riesca a cambiare qualche cosa, ce n’è assolutamente bisogno, pedofilia e banche, basterebbe che queste due cose venissero ripulite”.
Ma Pelù quanto resterà a The Voice? Ecco che iniziano le dichiarazioni in stile Morgan:
“Navigo a vista, chiaramente nel mondo della televisione nazionalpopolare mi sono ritrovato, tra l’altro con share quest’anno in salita. Forse è meglio andarsene ora da vincente…”.
Infine, il rocker ha anche commentato la sua controversa partecipazione a Francamente me ne infischio nel 1999. Nello show-evento su RaiUno di Adriano Celentano Pelù prese una forte posizione pro-aborto (a proposito delle donne stuprate in Bosnia, a cui il Papa aveva negato la facoltà di abortire):
“Avevo messo un preservativo al microfono di Mollica, lì Celentano si era scagliato contro di me. Io ne approfittai per affrontare il discorso dell’interruzione di gravidanza per le donne. Il fenomeno dell’obiezione di coscienza da parte di alcuni medici è oggi persino dilagato. Furono tante le ragioni per cui andai da Adriano quella volta. Era la mia prima uscita da solista”.
Ah, ecco, anche i maledetti non fanno nulla per niente.