Home Piero Angela: “Basta pubblicità in prima serata in Rai!”. Al Confronto Renzi-Bersani tolti 2 milioni di spettatori

Piero Angela: “Basta pubblicità in prima serata in Rai!”. Al Confronto Renzi-Bersani tolti 2 milioni di spettatori

Via la pubblicità dalla Rai, almeno dalla prima serata. E’ l’appello a più voci sollevato dai titoli dei giornali odierni. Su Italia Oggi è il giornalista Marco Castoro a far notare i danni portati dai break pubblicitari all’ascolto de Il confronto finale tra Renzi e Bersani, andato in onda mercoledì su RaiUno.Il faccia a faccia

pubblicato 30 Novembre 2012 aggiornato 3 Settembre 2020 23:47

Via la pubblicità dalla Rai, almeno dalla prima serata. E’ l’appello a più voci sollevato dai titoli dei giornali odierni. Su Italia Oggi è il giornalista Marco Castoro a far notare i danni portati dai break pubblicitari all’ascolto de Il confronto finale tra Renzi e Bersani, andato in onda mercoledì su RaiUno.

Il faccia a faccia tra i candidati al ballottaggio delle primarie del Pd, che ha riportato quasi sette milioni (per uno share vicino al 23%), poteva ottenere un ascolto molto più bulgaro, se ognuno dei due break non avesse portato via a RaiUno due milioni di spettatori, di cui solo la metà si è risintonizzata quando la linea è tornata alla Maggioni.

A farsi sentire in materia è anche una voce autorevole come quella di Piero Angela, di ritorno con SuperQuark venerdì 7 dicembre su RaiUno. Il noto divulgatore scientifico, in un’intervista a Corriere Sette Tv, ne fa un discorso di qualità e libertà, proponendo che la Rai si allinei al modello della tv pubblica francese:

“In Francia nella prima serata non c’è più pubblicità per evitare condizionamenti. E’ lo Stato a pagare e i soldi li prende da piccolissime tasse aggiuntive sulla pubblicità delle private, su contratti di telefonia. Funziona così bene che ora pensano di non trasmetterla per tutta la giornata. Così da informare i cittadini senza costrizioni o condizionamenti da parte degli inserzionisti”.

Dalla sua Angela sottolinea l’importanza – troppo spesso sottovalutata – del ritorno commerciale dei prodotti televisivi, a partire dal merchandising:

“Da Quark venne fuori una rivista dalla quale anche la Rai prendeva forti royalties, abbiamo rivenduto in 40 Paesi alcuni dei nostri documentari, gli speciali vengono replicati e abbinati ai giornali escono i nostri dvd sulla storia. Ci sono i libri, cofirmati Rai e Rizzoli. Il marchio Quark è stato associato anche a giocattoli intelligenti. Questo per dire che quando una cosa è fatta bene, funziona. La Bbc è maestra e lo insegna”.

Non a caso la prima puntata della nuova edizione di Superquark si intitolerà Uscire dal tunnel, alla scoperta di interventi e incentivi politici più o meno validi, ma anche dei motori invisibili della crescita per fronteggiare la crisi.

Rai 1