“Vuoi condurre tu al posto mio?“, “Datte ‘na calmata“. Queste frasi sono state pronunciate in diretta da Pierluigi Diaco nei giorni scorsi a Io e te, segnale che il conduttore qualche segno di nervosismo lo ha avuto eccome. Nei social le clip in cui bacchetta gli ospiti tra i sorrisi strizzati da un evidente gelo in studio hanno riscosso molti commenti perlopiù negativi, ma lo stesso conduttore ha sempre messo le mani avanti riguardo il web disinteressandosi di ciò che si scrive su di lui. Negli ultimi giorni però deve essere accaduto qualcosa che lo ha portato a riflettere su certi atteggiamenti.
Nella puntata di oggi in cui è stato ospite Flavio Insinna, Diaco ha deciso di parlare “a carte scoperte” rispondendo implicitamente (forse non tanto) a chi ha visto in lui dei comportamenti che esulano dalla tv garbata di cui tanto si fa portabandiera. L’assist è la richiesta di un consiglio ad Insinna che viene preso alla sprovvista così:
In questo mese, mi è capitato per il troppo amore e la troppa passione che metto in questo mestiere, essendo un emotivo, di avere delle intemperanze. A microfono aperto mi sono permesso di giudicare il lavoro delle persone che lavorano qua dentro. A volte lo hanno sentito solo le persone che lavorano durante la pubblicità, a volte queste intemperanze sono state raccolte anche in diretta.
Un retroscena in piena regola. La regia alterna le inquadrature del volto del conduttore sempre più stretto ad un sorriso non ben identificato su Insinna che ascolta con lo sguardo stupefatto sul pavimento. Da qui, lo sfogo di Diaco si amplia e tocca i punti cardine di quello che si può classificare come un disagio:
Mi sono reso conto che la passione che metto in questo lavoro non può essere la stessa di un lavoratore che oltre a occuparsi di questa trasmissione ne fa tantissime altre, magari lavora dalla mattina alla sera e Io e te è solo un passaggio. Ci ho riflettuto e mi sono chiesto: Sono all’altezza di lavorare in squadra?
L’ospite – sorriso fermo sul volto – coglie la palla al balzo senza troppi tentennamenti e accarezza l’appello di Diaco: “Il modo è sbagliato, ma in realtà stiamo dicendo ‘Aiutatemi’. Se uno riuscisse a mantenere sempre la calma…quello è un grido disperato. Come in amore. Se tutto va bene si sussurra, si grida quando hai paura di perdere l’altro.
Il conduttore lo fissa, dopo di che si riprende la parola per raccontare un altro dietro le quinte di peso:
Sai cosa mi hanno detto? Nel mondo in cui viviamo oggi, qualsiasi cosa tu dica potrebbe essere registrata e data a un altro. Se la registrazione finisce da qualche altra parte, si può pensare che quel momento di ira ti rappresenti.
Certo, una dichiarazione del genere a freddo davanti a Flavio Insinna che – ricordiamo – alle sue spalle ha dovuto subìre le pene dell’inferno per il caso sollevato da Striscia la Notizia sui famigerati audio fuori onda ad Affari Tuoi, sortisce un certo effetto non proprio positivo. Sarà per questo che l’imbarazzo si è ulteriormente accentuato sul volto dell’ospite?
Sarà. A questo punto Diaco va fino in fondo, dritto per dritto si spiega, si confida con la telecamera e l’attenzione si sposta (ancora) su di lui:
Io ogni tanto come Flavio ho perso la lucidità e ho perso anche la pazienza. Ma se mi sono rivolto in maniera sgradevole è perché chiedevo aiuto. E fare questo mestiere con la passione e con la dedizione con cui lo facciamo io e questo signore qui a volte può portare a perdere la pazienza.
Trattiene a stento le lacrime, l’emozione lo tradisce e la voce trema sul finale con parole che risuonano come una giustificazione:
Quindi se avete visto in circolazione in questi anni degli audio o dei video, non pensate che quelle reazioni assomiglino al comportamento e al carattere dei personaggi televisivi. Perché come accade a voi, nel vostro lavoro, di perdere la pazienza, accade anche a noi.
Cosa ne rimane di questo spazio metatelevisivo? Pierluigi Diaco.