Pier Silvio Berlusconi (AD Mediaset): “Trash televisivo? Termine che non mi piace. Non dobbiamo eccedere”
“Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare eccessi” l’intervento dell’AD Mediaset Pier Silvio Berlusconi sulla questione ‘trash’ in tv
Trash televisivo. Ne abbiamo parlato giusto ieri nella nuova puntata del podcast TvBlog Pills (in home page) condotta da Fabio Donolato con l’intervento di Massimo Galanto. Un argomento tornato, come si suol dire, ‘a bomba’ dopo la tele-rissa Rigau-Piazzolla andata in scena venerdì scorso a Pomeriggio Cinque.
Il tempismo in questa circostanza ha evidentemente velocizzato i suoi ritmi e così stamani ecco arrivare da Mediaset un’anticipazione di un contributo dell’amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi al Libro dei fatti 2023 dell’AdnKronos, in uscita tra 11 giorni, il 21 ottobre.
Pier Silvio Berlusconi: “Trash televisivo? Un’espressione che non mi piace per niente”
La terminologia “trash” – inutile nasconderlo – tante, troppe volte è stato avvicinato al mondo dell’intrattenimento ‘Mediaset’. Il caso Barbara d’Urso, che ha arroventato l’estate 2023, è solo uno degli ultimi fuochi d’artificio che ha avuto la parola “trash” ripetuta come un mantra.
Un mantra diventato evidentemente un’ossessione (e non in positivo) per Pier Silvio Berlusconi che afferma:
Mai come in questo 2023 stampa e web si sono riempite di polemiche sul cosiddetto “trash televisivo”, un’espressione che a me non piace per niente. Spesso infatti è una facile scorciatoia per denigrare la televisione leggera e spensierata che se fatta bene sa essere autenticamente popolare. La televisione, per dirla “old style”, è un elettrodomestico. Un device che può essere acceso o spento. Quando è acceso diventa un media, come la stampa, come il web: alcuni programmi possono essere istruttivi ma non la televisione nel suo complesso. Per intenderci, i minori non devono essere lasciati da soli davanti ai media, né davanti alla tv né a nessun altro device.
L’AD Mediaset mette nero su bianco i pregi della televisione commerciale, il prodotto Mediaset:
E’ un mezzo di intrattenimento e di informazione. Fa compagnia, diverte e informa gli italiani in ogni ora della giornata. Noi siamo stati i primi a offrire questo mix così vario e vivace al pubblico. E il risultato riconosciuto da tutti è che la nascita delle tv indipendenti ha contribuito alla modernizzazione dei costumi.
“Abbiamo stupito e innovato. L’innovazione fa discutere, è normale”
Un passaggio nella storia, fondamentale per l’evoluzione del biscione e al contempo fonte di discussione e critiche:
Abbiamo stupito con programmi dirompenti, cito solo per dare un’idea “Drive In” di Antonio Ricci. Abbiamo cambiato anche l’informazione con la nascita del TG5. Una proposta che ha portato freschezza, libertà e un nuovo modo di raccontare le notizie. E molti anni dopo, nel 2000, abbiamo innovato portando in tv il primo reality, il “Grande Fratello”: 100 giorni davanti alle telecamere per ragazze e ragazzi sconosciuti che mai erano entrati in uno studio tv. Creando grande attenzione ma anche tante polemiche. D’altra parte l’innovazione fa discutere, è normale.
Innovare può voler dire anche rischiare, questa la linea su cui Pier Silvio Berlusconi tiene fermamente nel suo intervento:
Penso che sia nostro dovere continuare a modernizzare, provarci, uscire dal consueto. Dobbiamo riuscire a rappresentare la realtà e la società in ogni loro aspetto e con tutte le loro evoluzioni, che ci piacciano o meno. Certo – continua l’AD – noi dobbiamo creare le condizioni perché non si arrivi mai alla mancanza di rispetto. Sia chiaro, non abbiamo pregiudizi: non ci scandalizzano le figure estrose, i confronti anche spigolosi, le battute irriverenti, ma mai si deve arrivare alla mancanza di rispetto sia tra i partecipanti di un programma sia verso il pubblico.
Pier Silvio Berlusconi: “Dobbiamo fare di tutto per evitare eccessi”
Ritorna nel cuore della questione: “mi sembra che quello che con snobismo viene chiamato “trash televisivo” si riferisca unicamente a singoli momenti infelici, tv fatta bene o fatta male”.
Chiarisce una volta (e forse per tutte) qual è la soglia da non superare secondo la sua concezione di tv popolare: “Ma se, come è giusto, si lascia libertà a chi ha il compito di creare contenuti sempre caldi e sempre vivi, può capitare di andare oltre. E noi dobbiamo fare tutto il possibile per evitare eccessi“.
“La tv popolare anche quando è leggera e divertente piace al pubblico, piace a me e svolge anche un importante ruolo sociale” ha poi concluso Pier Silvio Berlusconi.