Piazzapulita | Puntata 1 dicembre 2016

Formigli nel lancio annuncia che lunedì prossimo andrà in onda uno speciale di Piazzapulita, post referendum.

Formigli: “Non ricordo una campagna così forte e nervosa”.

La copertina contrappone le ultime mosse di Renzi a quelle di D’Alema.

Mentana: “Confronto Renzi-Di Maio? Mi piacerebbe, piacerebbe a tutti. Ma non si riesce”.

Di Battista: “Renzi vuole fare un confronto con Grillo? In Parlamento ci siamo noi, non Grillo”.

Di Battista: “La vittoria del no per me sarebbe un miracolo, loro hanno un sistema di propaganda incredibile, noi invece abbiamo qualche cassa in piazza”.

Di Battista: “A Renzi non si può perdonare di aver spaccato il Paese in due sulla costituzione”. Poi precisa che il referendum non è un voto ai singoli partiti.

Di Battista: “Perché Renzi dovrebbe dimettersi in caso di vittoria del no? Perché lo ha detto lui. Altrimenti perde tutta la credibilità. Io non mi fido di lui”.

Di Battista: “Io non voglio occuparmi di legge elettorale. Renzi ci ha messo la fiducia sull’Italicum. Oggi la cambia perché forse favorisce il M5S, la cambia in base alla sua convenienza”.

Di Battista ribadisce: “Noi le alleanze non le facciamo”.

Mentana: “Sul voto all’estero nessuno sa niente, saranno più di un milione”.

Di Battista: “Noi contestiamo la modalità di voto all’estero, nel 2016 non è un sistema accettabile”.

Sulle banche, Di Battista: “È assurdo che i partiti mettano le loro mani sulle banche, bisogna distinguere tra banche d’affari e banche commerciali”.

Di Battista: “Siamo additati di essere antipolitica, ma siamo noi a difendere la democrazia”.

Di Battista: “Pensavo che in Parlamento ci fosse molti delinquenti; qualche delinquente c’è, ma il problema è il distacco dei parlamentari con la realtà”.

Secondo il grillino, Renzi ha istituzionalizzato il voto clientelare.

Di Battista: “Santoro ci ha definito destra pura? Non ha capito niente, mi sembra così arrogante, così chiuso nel suo studio televisivo”.

Mentana nota che le paure sulla vittoria possibile del no ricordano quelle antecedenti a Brexit e Trump.

Mentana aggiunge: “Se vince il sì non è dittatura”. E chiosa: “Sarà Renzi a decidere se dopo il no ci sarà un governo tecnico o politico”.

Di Battista: “Oggi già c’è un governo tecnico. Renzi disse che non sarebbe mai diventato Premier senza passare dal Parlamento”.

Di Battista insiste: “Io non credo che questa di oggi sia una democrazia vera e propria”.

Di Battista sul caso firme false: “A me non è piaciuto che alcuni miei colleghi non abbiano risposto ai magistrati. Ma gli altri partiti dovrebbero prendere esempio da noi che abbiamo sospeso prima ancora del processo”.

Cacciari: “Se vince il no si apre un momento di grande incertezza”.

Cacciari: “E’ evidente che Renzi dopo una sconfitta non può avere neanche la faccia di restare lì”. Damilano: “Prodi dice che voterà sì ma il suo comunicato offre ottime ragioni per votare no”.

Cacciari: “Questa è una riforma costituzionale del governo, Renzi e Pd hanno abbandonato i propositi annunciati dopo la riforma proposta dal governo Berlusconi”.

I numeri della campagna di Renzi.

Mentana: “Domenica si decide il futuro di Renzi. Lo si decide sicuramente”.

Cacciari: “In questa situazione che resti Renzi è, a mio avviso, il meno peggio”.

In onda un servizio realizzato a Livorno per raccontare la crisi del sistema Paese.

Cacciari: “La base sociale che ha formato la forza di tutti i partiti di sinistra si è enormemente ristretta. E chi è rimasto ora è solo”.

Si discute di riformismo e di crisi.

Faccia a faccia sul referendum tra il ministro della Giustizia Orlando (per il sì) e il procuratore capo di Torino Spataro (per il no).

Spataro: “Le istituzioni europee non sono interessati all’esito del referendum. Il Parlamento italiano approva più leggi dei Parlamenti degli altri Paesi. Non abbiamo bisogno di più leggi, ma di leggi fatte meglio”. Orlando: “Oggi il governo mette la fiducia per far cadere gli emendamenti. Con la riforma non ci sarà più il ricorso alla fiducia. Deriva autoritaria è bufala”.

Chiusura sulla riforma del processo penale. Poi il Tg Porco di Sabina Guzzanti.

In studio il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia.

Si parte dai furbetti del cartellino nelle amministrazioni pubbliche.

Il ministro Madia: “La norma è in vigore, sta funzionando. La Corte costituzionale dice che c’è una incostituzionalità eventuale derivante dal fatto che la norma non ha avuto l’ok di tutte le regioni; infatti la Regione Veneto ha impugnato la legge delega. In tempi brevi cercherò l’accordo”.

Il ministro: “Quanti ne sono stati licenziati finora? Non voglio dare numeri”.

Sull’ipotesi che la Regione Veneto ribadirà il no alla riforma: “Se una Regione si metterà contro la norma, si ritroverà contro tutto il Paese”.

Madia ribadisce che la norma sul licenziamento degli assenteisti “è in vigore”.

Madia: “La riforma costituzionale prevede che si superino le materie concorrenti”.

Formigli chiede al ministro perché l’accordo sul contratto degli statali sia stato annunciato pochi giorni prima del referendum. Risposta: “Obiezione fuori tema”.

Assenze causa elezioni.

La percentuale di assenze nel pubblico.

Formigli invita il governatore del Veneto Luca Zaia al confronto in tv col ministro Madia.

Dopo la pubblicità si parla di disabili e della legge 104.

Sul caso del no della Regione Veneto alla norma Madia, Merlino: “La nostra burocrazia tende più a fermare che a fare”.

In studio anche Sergio Rizzo e Sylvia Kranz, ufficio disciplinare Bassa Romagna.

In onda un’inchiesta realizzata ad Agrigento: la truffa della 104.

In studio due mamme di disabili: lottano per poter lavorare come insegnanti vicino casa. Una delle due lavora attualmente a 200 km dal figlio.

Merlino: “La legge 104 nasce con un intento nobile. Non può diventare una fabbrica di truffe!”.

In un servizio si racconta la storia di Francesco e dei ragazzi disabili a Napoli che non possono andare a scuola col pulmino.

Nel comune di Napoli l’assistenza materiale ai disabili non è più garantita. Sul pulmino per i ragazzi disabili, l’Assessore al Welfare: “Non tutto dipende dalla nostra volontà. Dal primo dicembre lo garantiamo”.

Merlino: “Sono indignata, perché in questo Paese paghiamo le tasse?”

Rizzo: “Il Comune di Napoli i soldi per pagare gli stipendi inutili ce li ha, i soldi per la 104 falsa ci sono”.

Il primo dicembre i ragazzi disabili continuano a non avere il trasporto per andare a scuola. La promessa dell’assessore del Comune di Napoli NON è mantenuta.

La mamma della ragazza disabile racconta di aver aspettato 3 mesi l’insegnante di sostegno: “La mia vita è una guerra continua per i diritti”.

Finisce la puntata.