Home Notizie Piazzapulita, La prova del cuoco, Ballarò e The Apprentice su Facebook: la Social tv cresce

Piazzapulita, La prova del cuoco, Ballarò e The Apprentice su Facebook: la Social tv cresce

Grazie ai dati di Blogmeter scopriamo che a settembre 2012 tra le pagine Facebook di aziende italiane che hanno generato più interazioni ci sono alcuni programmi tv. Ecco i dati e alcune riflessioni a riguardo.

pubblicato 8 Ottobre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 01:11

La Social Tv cresce. Definizione un po’ vaga e, magari, insensata. Sta di fatto che alcuni dati interessanti in questo senso emergono dall’analisi mensile realizzata da Blogmeter. Infatti, con riferimento a settembre 2012, si nota che tra i brand che generano il tasso di coinvolgimento (engagement) più alto per ogni mille fan su Facebook ci sono anche alcuni programmi televisivi (l’analisi tiene conto solo delle pagine di aziende scritte in italiano). E si tratta di un dato che rappresenta una novità rispetto al passato. Segno, peraltro, di una nuova (ormai consolidata?) modalità di fruizione del mezzo televisivo. Procediamo con i nomi e i dati, dunque.

Piazzapulita, il talk politico di La7 condotto da Corrado Formigli, ha generato a settembre 38,8 interazioni (attraverso like, commenti, condivisioni, post spontanei) ogni 1000 fan aggiundicandosi il settimo posto nella classifica. La prova del cuoco, lo storico programma culinario di Rai1, condotto da Antonella Clerici, è arrivato a 31,6 un po’ a sorpresa, considerata l’ora di emissione e il target di riferimento. Ballarò, condotto da Giovanni Floris, ha raggiunto 21,8, mentre The Apprentice, il nuovo talent show di Cielo con Flavio Briatore ha generato 20,8 interazioni. Al primo posto un evento anche televisivo: Italia Loves Emilia, trasmesso a pagamento su Sky, ha fatto registrare 124 interazioni per ogni 1.000 fan.

Prima riflessione: il talk show è il genere che evidentemente facilita l’interazione tramite web e in particolar modo tramite social network. Meglio dello show di parole ci riesce soltanto un evento come, in questo caso, il concerto benefico in favore dei terremotati in Emilia.

Seconda riflessione: il pubblico ormai agisce sempre più all’insegna del multitasking. Per guardare la tv, o sarebbe meglio dire, per fruire del mezzo televisivo, oggi è probabilmente più importante avere a portata di mano un pc, un tablet o uno smartphone piuttosto che uno schermo televisivo vero e proprio.

Terza riflessione: pensare di costruire un programma tv immaginando un pubblico passivo è anacronistico. Ovvio. Il problema, tuttavia, è: come dare spazio alle idee del pubblico la cui diffusione è sempre più legata al web?

Basta proporre sondaggi su Facebook (come per esempio faceva Servizio Pubblico, talk multi piattaforma di Santoro) per soddisfare l’esigenza del telespettatore che vuole dire la sua? E’ sufficiente leggere una tantum messaggi in arrivo sul blog della trasmissione (come succede a Pomeriggio Cinque)? Far scorrere i tweet dei telespettatori durante la diretta dà dignità al pensiero dei telespettatori-utenti o anzi lo sminuisce?

Insomma, come rendere coerente, interessante, condivisa e sociale una televisione iper frammentata come quella attuale?