Caso Fazio, Formigli: “A La7 non abbiamo problemi. Lavoriamo in autonomia, nessuno ci dice cosa fare e non fare”
Formigli: “A La7 lavoriamo in totale indipendenza, ci basiamo sugli ascolti e sulla pubblicità”. Sulla Rai: “L’amministratore delegato non dovrebbe neanche rispondere al telefono al premier”
A Piazzapulita si parla della nuova Rai. “Perché la Rai è di tutti noi”, spiega Corrado Formigli. Un talk lungo ed articolato, nel corso del quale il conduttore ha affrontato anche il caso Fazio, dopo l’addio del volto di Che tempo che fa e il conseguente approdo a Discovery.
“Fortunatamente qui a La7 non abbiamo questo tipo di problemi, lavoriamo in totale libertà, autonomia e indipendenza”, è la rivendicazione di Formigli. “Ci basiamo sugli ascolti, sui ritorni economici, sulla pubblicità, punto e basta. Nessuno ci dice cosa fare e non fare, chi invitare e chi non invitare”.
Una puntualizzazione che si affianca all’analoga presa di posizione di Lilli Gruber, che qualche settimana fa difese l’editore Urbano Cairo nel pieno del caos suscitato dall’improvvisa cancellazione di Non è l’Arena.
Formigli ovviamente prende le difese di Fazio e accusa la politica per la sua ingerenza: “Bisognerebbe abolire i poteri della commissione di vigilanza Rai, che è unica in Europa, bisogna dirlo. Abbiamo un amministratore delegato nominato dal governo che però, siccome è nominato dal governo, ogni tanto viene convocato a Palazzo Chigi e va a trovare il presidente del Consiglio. Essendo il custode dell’indipendenza dei giornalisti, il fatto che venga convocato non mi piace per niente. Vorrei che una volta nominato non rispondesse neanche al telefono al presidente del Consiglio. Le direi: ‘mi hai nominato? Per quattro anni non ti rispondo. Se vuoi mi cacci, ma non ti rispondo perché devo tutelare l’indipendenza della Rai’”.
Tra gli ospiti c’è pure Clemente Mastella, che non risparmia una stoccata proprio a Fazio: “Nei miei riguardi è stato un po’ fazioso, nel senso che non sono mai stato in una trasmissione di Fazio, né quando ero in maggioranza, né quando ero all’opposizione, né come ministro, né come leader di partito. Detto questo, l’avrei conservato al suo posto se lui avesse avuto la voglia di restare”.